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giovedì 5 gennaio 2023

Missione in compagnia.

 

Missione in compagnia

Nei Vangeli, Gesù invia i suoi discepoli "a due a due", perché preparino il cuore della gente al Suo arrivo. Un Padre della Chiesa commenta questa scelta, dicendo che Gesù vuole che la comunione e la fraternità siano la prima testimonianza del Suo Regno.

E in questi giorni è successo proprio così.

Giovedì mattina, 29 dicembre, parto con p.Cyriaque, confratello centrafricano, e fra Igor, francese, e andiamo verso i villaggi più lontani. Dopo quasi 3 ore di auto arriviamo a Sinaforo, a 80 km da Baoro.

Qui aspettiamo il ritorno del catechista (che aveva confuso le date), e celebriamo l'Eucarestia nella capanna che funge da chiesetta.

Al termine della Messa, regaliamo un pallone, che scatena la festa e le corse nel villaggio, spaventando capre e galline.

Scendiamo a Yoro, dove passeremo la notte. In pomeriggio andiamo verso il fiume, Nana, che è a pochi chilometri. E qui troviamo 5 container, una grande ruspa e una chiatta che serviva per dragare il fiume: è quanto resta dell'accampamento dei cinesi, che 3 anni fa avevano iniziato a cercare l'oro (un po' come a Bozoum). Anche qui!

Il 30 dicembre la Chiesa celebra la festa della Santa Famiglia, cui è dedicata la cappella di Yoro. Qui, il venerdì mattina, celebriamo la Messa, una Messa solenne, con la grazia del Battesimo che p.Cyriaque amministra a 16 bambini piccoli del villaggio.

In pomeriggio ci spostiamo a Bayanga Didi, a pochi chilometri. Qui fra Igor può gustare per la prima volta il serpente, che il catechista ha preparato. Anche qui, come il giorno precedente a Yoro, proietto un bel film sulla Natività.

Sabato 31 dicembre celebriamo la Messa in mattinata, e un battesimo. E in pomeriggio rientriamo a Baoro.

È l'ultimo giorno dell'anno, ma la stanchezza di questi 3 giorni mi porta a letto presto: l'anno comincia comunque, e prego ed auguro che sia anche questo un anno di Grazia per tutta l'umanità.

Appena arrivato, ricevo la notizia della morte di papa Benedetto XVI: un grandissimo uomo di fede, un teologo profondo e semplice, che amava molto l'Africa. Nel 2011, di ritorno dal Benin, aveva detto: "Nonostante le sofferenze e la povertà, in Africa c'è una gioia di vivere. È la gioia di essere una creatura umana: essere uomo è essere amato da Dio".

Lunedì mattina presto parto per Bangui: il cantiere del nuovo convento, anche se a rilento, procede, e partecipo alla riunione settimanale.

E anche qui trovo la gioia della fraternità: oltre alla comunità, ci sono confratelli appena arrivati dall'Italia: il Provinciale, p.Saverio, p.Andrea Bello e fra Matteo Colzani. Con loro c'è anche una dottoressa, Natalina.

Con loro riparto da Bangui il mercoledì mattina verso Baoro.








Un pallone, ed è festa!
Un ballon, et la fete commence!

Sinaforo


Ex cantiere cinese per la ricerca dell'oro
Ancien chantier chinois pour l'exploitation de l'or

 

 

Yoro

 

P.Cyriaque

 

 


Bayanga Didi

 

Cantiere del nuovo convento di Bangui
Chantier du nouveau couvent de bangui

 

P.Arland, p.Federico e p.Saverio


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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