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giovedì 25 agosto 2022

Un piccolo lume rosso

Giocare
Jouer...

 

Un piccolo lume rosso

Qualche anno fa un missionario cappuccino aveva una vecchia macchina Renault R4. Un giorno, vide una strana luce rossa. Gli dava fastidio, e la coprì con del nastro adesivo. Era la spia dell'olio… e dopo qualche chilometro la macchina si fermò, con il motore fuso…

Ho pensato a questa storia in questi giorni. E vi spiego il perché.

Da venerdì 19 agosto a domenica 21 mi sono recato a visitare i villaggi più lontani: Sinaforo, Yoro e Bayanga Didi.

Parto presto, e in poco meno di 2 ore e mezzo arrivo a Yoro, a 75 km da Baoro. Verso le 8.30 parto a piedi per Sinaforo: la strada è già poco praticabile in stagione secca ed ora, in piena stagione delle piogge, è percorribile solo a piedi. Percorro i 7 km in poco più di un'ora, e qui incontro i cristiani e il catechista (che ha un'infezione al piede). Celebriamo la Messa, e torno a Yoro nel primo pomeriggio.

Sia a Sinaforo che a Yoro c'è molta attesa per un piccolo grande evento: l'installazione del tabernacolo a Bayanga Didi. È ormai un anno che prepariamo questa novità. La cappella, senza il tabernacolo, è bella, ma manca qualcosa: la presenza di Gesù Eucarestia. In pomeriggio vado a Bayanga Didi per preparare il tutto.

Sabato mattina confesso per 3 ore, e poi iniziamo la celebrazione della Messa, durante la quale 5 bambini piccoli ricevono il sacramento del Battesimo.

Al termine della Messa metto le ostie nel tabernacolo, e collego una piccola luce rossa, che rimarrà accesa giorno e notte, testimone silenzioso della Presenza di Gesù in questo villaggio lontano.

Cerco di spiegare il senso del tabernacolo ai cristiani: dico che la cappella è come un granaio (GOGORO, in Sango, la lingua nazionale). Il granaio è sempre un granaio, sia quando è vuoto che quando è pieno dei frutti del lavoro della terra. Ma se è pieno, il granaio assume un'importanza enorme. Così la cappella: anche se non c'è il tabernacolo, si può celebrare e pregare. Ma con la Presenza dell'Eucarestia, la cappella assume un altro senso e un'altra importanza.

Domenica celebro la Messa a Yoro, e dopo incontro il catechista ed i consiglieri della comunità. Condividono con me i loro sogni per la chiesa e per il villaggio: un pozzo, una casa per il catechista, e una Scuola Materna…

Vedremo!

Bayanga Didi

 



Sinaforo

A piedi, da Sinaforo a Yoro
En marchant, de Sinaforo à Yoro



Battesimi a Bayanga Didi
Baptemes à Bayanga Didi



Yoro


Riunione della Cassa di Risparmio di Bozoum
Réunion de la Caisse d'épargne de Bozoum

 

 

mercoledì 17 agosto 2022

Il cantiere dell'Indipendenza



Baoro
 

Il cantiere dell'Indipendenza

Il 13 agosto 1960 il Centrafrica diventava indipendente dalla Francia. Erano anni di grandi speranze, di grandi lotte e di grandi sogni: un momento storico per milioni di persone.

Il Centrafrica oggi ha 62 anni. Pochi, tanti.

Pochi, perché è un paese giovane.

Tanti, perché è tempo di fare qualche bilancio, e capire perché molti dei sogni dei primi anni sono rimasti tali. Il primo presidente, Barthélémy Boganda, aveva sognato un paese fondato sullo slogan"Unité, Dignité, Travail" (Unità, dignità, lavoro), e aveva scelto i 5 verbi da coniugare in tutti i modi possibili e immaginabili: "Loger, éduquer, vêtir, soigner, nourrir" (dare una casa, educare, vestire, curare e nutrire).

Il cammino è ancora lungo, ma diventa sempre più urgente rispondere ai bisogni essenziali dei 4/5 milioni di abitanti.

Venerdì, vigilia della festa dell'Indipendenza, le autorità si invitano nella nostra parrocchia (e nelle chiese e moschee della città), per un momento di preghiera.

Il sabato è un giorno più festivo, anche se poi la festa grande è piuttosto il 1° dicembre (anniversario della proclamazione della Repubblica).

Io sono praticamente guarito, e così riprendo lavori e corse.

Domenica sono a Bawi, per celebrare la Messa. E lunedì mattina parto per Bouar. Viaggiano con me alcuni degli alunni della nostra Scuola di Agricoltura di Bangui, che sono stati qui e a Bouar per 2 settimane di stage pratico. E questa è una delle (tante) speranze del paese.

A Bangui i lavori del nuovo convento proseguono. Proprio il martedì la ditta fa la gettata della seconda parte della soletta tra piano terra e primo piano.

Il pomeriggio del martedì è un momento di saluti. Nei prossimi giorni finirà la sua missione Mons. Santiago de Wit Guzmàn, il Nunzio apostolico. E' l'ambasciatore del Papa in Centrafrica, e il suo ruolo è anche (o soprattutto), quello di rappresentare l'unità della Chiesa universale nella Chiesa che è in questo paese.

Ci conosciamo da anni, perché era stato in Centrafrica tra il 1998 e il 2001, come segretario della Nunziatura. E mi invita, insieme ad una dozzina di amici, alla cerimonia nella quale il Presidente della Repubblica lo saluterà ufficialmente, e gli consegnerà un'onorificenza.

E così alle 15, ci troviamo nel Palais de la Renaissance (la Presidenza), dove si svolge la cerimonia, semplice, ma sentita. La Chiesa, in Centrafrica, svolge un ruolo prezioso, per tutti gli abitanti, con l'annuncio della Parola di Dio, che si concretizza in centinaia tra scuole, ospedali, dispensari, cappelle e chiesette, fin nei posti più lontani.

È un cantiere che avanza, e speriamo e preghiamo perché possa aiutare il Centrafrica nel grande cantiere dell'Indipendenza.


Alunni della Scuola Agricola e una delle nostre oche
Les élèves de l'école d'Agriculture et une des nos oies

 

 

 

 

Bangui

Il Presidente della Rep.Centrafricana
Le président de la Rép.Centrafricaine



Cantiere del nuovo convento di Bangui
Le chantier du nouveau couvent de Bangui






 

giovedì 11 agosto 2022

Un po' di calma. Per forza!

 

 

Strade e incidenti
Routes et accidents

Un po' di calma. Per forza!

I lavori del nuovo convento di Bangui mi hanno tenuto occupato fino a venerdì. Prima che la ditta che esegue i lavori (Leprevost) faccia la gettata della soletta tra il piano terra e il primo piano, è necessario posare le guaine in plastica per i fili elettrici (per le lampade e gli interruttori).

Sabato mattina partenza all'ora solita (le 5). Il viaggio si svolge normalmente. Ma lo stato della strada, specie con le piogge abbondanti, continua a peggiorare, ed incrocio numerosi camion rovesciati e fuori strada.

Arrivo a Baoro poco dopo le 11, ma in primo pomeriggio riparto per Balembe, a 50 km, dove avevo programmato da tempo la celebrazione della Messa. È un villaggio piccolo, dove la comunità cristiana prega in una cappella di paglia. Ma è il 6 agosto, festa della Trasfigurazione di Gesù. Prima di andare a Gerusalemme, dove sarà condannato, e vivrà la Passione e la morte, Gesù vuole che almeno gli amici più vicini (Pietro, Giacomo e Giovanni) possano vedere la sua Gloria e la sua Bellezza. E anche qui, oggi, a Balembe, vediamo la Sua Gloria!

Domenica mattina riparto per Zoungbe, un altro piccolo villaggio, a 40 km. Oggi alcuni bambini entrano nelle varie tappe del cammino del catecumenato. E il figlio del catechista riceve la Prima Comunione.

Rientro subito a Baoro, anche perché non mi sento molto bene. Tra la stanchezza, malaria e virus vari, sono obbligato a rallentare per qualche giorno.

Ma mercoledì 10 agosto arriva finalmente il giorno degli esami di scuola guida. Gli alunni della nostra scuola Meccanica li affrontano molto seriamente (teoria e pratica) e li superano senza troppe difficoltà.


Messa a Zoungbe
Messe à Zoungbe

Esame di scuola guida
Les examens pour le permis de conduire