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giovedì 1 dicembre 2011

Festa Nazionale, 1° dicembre 2011

Il primo dicembre è una data molto importante per il Centrafrica: nel 1958 veniva proclamata la Repubblica, che diventerà indipendente nel 1960.
Ogni anno questa festa rappresenta un po' il cuore del paese. 53 anni di indipendenza non sono pochi!
Anche se c'è ancora tanto cammino da fare!
La festa è preceduta, la vigilia, da un momento di preghiera: le autorità civili si dividono tra le varie chiese, cappelle e moschee per una celebrazione religiosa.


Ieri alle 15 ci siamo ritrovati nella nostra Chiesa, con un piccolo numero di cristiani e qualche autorità, per la celebrazione eucaristica.
Proprio un paio di settimane fa il Papa è venuto in Africa, in Benin, ed ha fatto dei discorsi molto importanti, insistendo più volte sulla SPERANZA che l'Africa può vivere e che può portare al mondo.



Il Papa non ha esitato a proporre l'Africa come modello! Dopo il viaggio in Benin, ha detto queste ultime parole: c'è una riserva di vita e di vitalità per il futuro sulla quale possiamo contare, sulla quale la Chiesa può contare". Con queste parole il Papa ha riassunto oggi il suo recente viaggio in Benin, ripercorrendo - nella catechesi dell'udienza generale in Vaticano - le tappe più salienti della seconda trasferta in Africa.
"In questa fase cruciale per l'intero Continente - ha affermato il Papa - la Chiesa in Africa, con il suo generoso impegno al servizio del Vangelo, con la coraggiosa testimonianza di fattiva solidarietà, potrà essere protagonista di una nuova stagione di speranza.
In Africa ho visto una freschezza del sì alla vita, una freschezza del senso religioso e della speranza, una percezione della realtà nella sua totalità con Dio e non ridotta ad un positivismo che, alla fine, spegne la speranza.
Questo mio viaggio ha costituito anche un grande appello all'Africa, perché orienti ogni sforzo ad annunciare il Vangelo a coloro che ancora non lo conoscono.
Si tratta - ha detto Benedetto XVI - di un rinnovato impegno per l'evangelizzazione, alla quale ogni battezzato è chiamato, promuovendo la riconciliazione, la giustizia e la pace".



E proprio partendo dal Bebin, nell'ultimo discorso all'aeroporto, ha detto:
Perché un paese africano non potrebbe indicare al resto del mondo la strada da prendere per vivere una fraternità autentica nella giustizia fondandosi sulla grandezza della famiglia e del lavoro? Possano gli Africani vivere riconciliati nella pace e nella giustizia!

Oggi, 1° dicembre, c'è la grande festa, con il DEFILE, la sfilata di alunni, gruppi, funzionari e altro.
anche i nostri ragazzi (che, tra Asilo, Scuola elementare, Medie, Liceo e Centro orfani sono più di 1100) hanno sfilato, con le divise delle varie scuole.
E' il futuro del Paese!





1 commento:

Anonimo ha detto...

caro p. Aurelio ,
credo veramente che l'Africa rappresenti il nostro futuro.
Perchè affermo questo?
Perchè dopo le tenebre la Luce sarà visibile a tutti.
Perchè quando conosci la povertà apprezzi anche le briciole
Perchè quando Gesù entra in te, non Lo dimentichi più, anche se hai fame e sete, anche se soffri, anche se in apparenza credi di essere abbandonato,
ma tu sai che Dio è con te
ed il Suo Amore di Padre non ti abbandonerà mai più !

abbandonati dagli uomini
ma non da Dio !

questa la GRANDE RICCHEZZA DELL'AFRICA !