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giovedì 26 marzo 2020

Coraggio!




Coraggio!
Anche se turbata dal coronavirus, la vita va comunque avanti!
Domenica 15 marzo celebriamo il matrimonio di Jean Louis e Natasha, consapevoli che il virus, presto, verrà a sconvolgere anche le nostre vite. Preghiamo per tutti i paesi colpiti, per i malati, i morti e le loro famiglie, e per tutti quelli che curano, servono, soffrono e amano in questo tempo difficile.  E alla fine delle Messe che celebro, prendo tempo per spiegare cosa sta succedendo nel mondo, cos’è il virus, e cosa si può fare e cosa è bene evitare.
Martedì prepariamo dei bidoni, con dei rubinetti, e li posizioniamo nelle nostre scuole, perché i bambini e gli insegnanti si possano lavare le mani, prima di iniziare le lezioni, e durante la giornata. Per i bambini è un po’ un gioco, ma è molto utile iniziare da questa regola elementare di igiene.
Proprio in queste ore aspettiamo le decisioni del governo (che prevedono la chiusura di scuole e di riunioni e di celebrazioni).
Per ora i casi ufficiali sono solo 5, e piuttosto limitati alla capitale, Bangui. Vedremo se e, soprattutto come, evolverà la situazione.
Mercoledì’ e giovedì vado a Bouar, proprio per vedere cosa fare. Come Caritas, siamo molto preoccupati per quello che potrebbe succedere. In particolare per le persone più povere e deboli.
Ci stiamo preparando, pensando soprattutto agli ultimi. La settimana prossima passeremo in tutte le 12 parrocchie della diocesi (distanti, in media, tra i 70 e i 100 km) per aiutare i parroci e i vari movimenti e volontari a prepararsi al peggio.
Stiamo preparando guanti, ma anche cibo, per poter stare vicino a chi rischia di essere abbandonato (anziani, poveri, persone con handicap).
E ci saranno anche le mascherine. Dato che è molto difficile trovarle, le stiamo facendo con la stoffa locale. Qui le spiegazioni:














giovedì 19 marzo 2020

Prendersi cura del mondo






Prendersi cura del mondo
È una delle prime volte, da quando sono in Centrafrica, che la situazione si capovolge così! In genere è il resto del mondo che si preoccupa per noi. In queste settimane, invece, siamo noi che ci preoccupiamo per il resto del mondo. La crisi del coronavirus sta sconvolgendo paesi e continenti, uccidendo persone, e colpendo pesantemente tantissima gente.
Mentre pensiamo alle nostre famiglie, ai nostri amici in tutto il mondo, ci rendiamo conto di quanto siamo fragili, ma anche di come siamo legati nell’avventura della vita, genti e paesi di ogni angolo di questo pianeta.
In Centrafrica, per ora, sembra che ci siano tre casi.
Ma la preoccupazione è grande: se il virus arriva qui, sarà una cosa gravissima! C’è un solo laboratorio dove effettuare le analisi, ed è a Bangui, la capitale. Non ci sono praticamente strutture di rianimazione, e nessuna possibilità di assistenza respiratoria. Le misure di contenimento sono molto difficili, in un paese dove non si vive in casa, ma piuttosto fuori…
In questi giorni non manca la preghiera, la simpatia e la convinzione di vivere un momento molto difficile. Questa mattina la Radio di Bozoum, “la Voix de Koyale” ha trasmesso l’inno italiano, in segno di solidarietà e simpatia. Qui un piccolo video:
La settimana scorsa abbiamo vissuto un momento di formazione, con gli altri sacerdoti della diocesi.
Lunedì sono sceso a Bangui per accompagnare Alban, un giovane belga che è stato con noi 2 mesi. Arrivati a Bangui, ci dicono che il volo AirFrance, previsto in pomeriggio, è annullato! Riusciamo a trovare un posto l’indomani, martedì: partenza verso Douala, in Camerun, e la speranza di partire per Parigi o Bruxelles la sera. Martedì mattina, alle 5, sembra che il volo per Bruxelles sia stato annullato. Ma poi riappare nella programmazione, e Alban parte. A Douala, dove deve passare tutta la giornata, riesco a trovare un amico che lo accoglie, e la sera lo riporta in aeroporto.
Finalmente, con un paio di ore di ritardo, riesce a partire verso l’Europa.
E nel frattempo io rientro a Bozoum, passando da Baoro e Bouar. Sono quasi 600 km, e alla fine trovo anche due mucche che hanno deciso di sedersi su un ponte, e non c’è verso di farle alzare e spostarsi finchè non si decidono loro, dopo una ventina di minuti.
E vado avanti piano piano, fino a casa. Come tutti.
 

































giovedì 12 marzo 2020

Piccole donne crescono





Piccole donne crescono
Un pochino in differita, perché l’8 marzo cadeva di domenica, anche nel nostro Liceo St.Augustin qui a Bozoum abbiamo voluto celebrare la Giornata Internazionale della donna.
In Centrafrica, nelle scuole, ci sono alcuni giorni dedicati ad attività culturali (sport, conferenze, teatro, giochi, danze). Al termine di questi giorni, il mercoledì 11 marzo è stato dedicato soprattutto alle ragazze del nostro Liceo.
Nel mondo della scuola, spesso le ragazze, nelle prime classi delle elementari, sono numerose (a volte più dei ragazzi). Ma, man mano che crescono, vengono sottratte alla scuola per dedicarsi prima ai compiti familiari (seguire i fratellini più piccoli, dare una mano in casa), e poi per prendere marito (spesso in età molto –troppo- bassa). E così, dalla fine delle elementari in avanti, il numero diminuisce, fino a diventare una sparuta minoranza (a volte meno del 10% di tutta la classe).
È importante quindi incoraggiare le ragazze a continuare gli studi, in modo da allargare gli orizzonti di una vita che, per una donna in Centrafrica, si presenta piuttosto difficile.
E così l’8 marzo diventa l’occasione per le nostre ragazze di riflettere, discutere, ma anche di divertirsi serenamente, con scenette, danze, giochi.
Nel frattempo, anche in Centrafrica viviamo al ritmo del coronavirus. Grazie a Dio, per ora, il paese non è stato (ancora) toccato. Siamo comunque preoccupati, perché se arriva, sarà una catastrofe (solo un laboratorio, nella capitale, può fare il test).
Ma seguiamo con apprensione quanto sta succedendo in Cina, Italia e Europa, Asia, Americhe, Australia. E portiamo tutti nella preghiera, nell’affetto, nella simpatia.
 



Via Crucis



Tavola rotonda
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