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lunedì 27 gennaio 2025

In viaggio, tra sacerdoti, Papa e Giubileo

 

 

 

In viaggio, tra sacerdoti, Papa e Giubileo

Sono a Roma, nel pieno di un viaggio lungo e impegnativo.

Sono partito martedì 14 gennaio da Bangui. Dopo uno scalo in Etiopia, mercoledì mattina sono arrivato a Francoforte, in Germania. Qui ho incontrato gli amici della Fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre, che sostengono vari progetti in Centrafrica e in tutte le diocesi del mondo. E' una Fondazione nata dall'intuizione di un sacerdote olandese, che dopo la Seconda Guerra Mondiale ha voluto aiutare le chiese della Germania (distrutta dalla guerra) e dei paesi dell'Est, coinvolgendo i cristiani, anche e soprattutto quelli che avevano subito danni e violenze dall'occupazione nazista, creando così un cammino di riconciliazione e di speranza.

In serata proseguo per Praga, dove passo 2 giorni visitando i confratelli, le monache carmelitane e gli amici dell'ONG SIRIRI.ORG, che da anni lavorano in Centrafrica, sostenendo in particolare degli ottimi progetti educativi.

Il 18, sabato mattina, atterro a Parigi. Fa molto freddo… ma c'è un fatto (anzi molti) che mi scalda il cuore: alle 12 celebro la Messa a Notre Dame, la cattedrale di Parigi riaperta da poco dopo l'incendio che aveva rischiato di distruggerla. Mentre i turisti circolano nella basilica, la navata centrale è piena di gente, che partecipa intensamente alla liturgia: mentre distribuisco la comunione, vedo visi pieni di gioia!

Sono in Francia fino a venerdì per incontrare i sacerdoti della diocesi di Bangassou che studiano e lavorano in Francia. Li incontro tutti, a Parigi, Versailles, Rennes. Sono giorni intensi, e sono contento di incontrarli, e vedere come lavorano e quanto siano apprezzati dalla gente e dai vescovi che li accolgono.

E' un mondo nuovo, che scopro, dove la Chiesa è sempre più una famiglia, dove ci si incontra e ci si può aiutare, e questo avviene nelle due direzioni: per la Chiesa che accoglie e per quella che manda.

Venerdì mattina parto per Roma, che è l'altro scopo principale del mio viaggio: sono qui per il Giubileo del Mondo della Comunicazione.

Siamo in tanti, tra giornalisti, responsabili di Commissioni Media di diocesi e di 138 paesi di tutto il mondo. Ci sono momenti di preghiera, il pellegrinaggio e il passaggio della Porta Santa, incontri tra di noi, con personalità molto interessanti (il premio Nobel Maria Ressa, Colum McCann, il giornalista Mario Calabresi, p.Paolo Benanti e tanti altri…). E incontriamo più volte Papa Francesco e celebriamo con lui la Messa di domenica 26, nella quale si celebra la domenica della parola. E dice queste fantastiche parole: “il male ha i giorni contati, perché il futuro è di Dio”,

Questa mattina alle 8 lo abbiamo incontrato, e ci ha fatto dono di un discorso molto bello: e ne lascio qui un pezzetto…

Sono giorni in cui vogliamo lasciare che la Speranza riempia i nostri cuori, e soprattutto che riempia la nostra vita di comunicatori, facendo il mondo un po' più bello e più sereno.

 

Discorso di Papa Francesco:

Domandiamoci allora: in che modo seminiamo speranza in mezzo a tanta disperazione che ci tocca e ci interpella? Come curiamo il virus della divisione, che minaccia anche le nostre comunità? La nostra comunicazione è accompagnata dalla preghiera? O finiamo con il comunicare la Chiesa adottando soltanto le regole del marketing aziendale?

Sappiamo testimoniare che la storia umana non è finita in un vicolo cieco? E come indichiamo una diversa prospettiva verso un futuro che non è già scritto? A me piace questa espressione scrivere il futuro. Tocca a noi scrivere il futuro. Sappiamo comunicare che questa speranza non è un’illusione? La speranza non delude mai; ma sappiamo comunicare questo? Sappiamo comunicare che la vita degli altri può essere più bella, anche attraverso di noi? Io posso, da parte mia, dare bellezza alla vita degli altri? E sappiamo comunicare e convincere che è possibile perdonare? È tanto difficile questo!

Comunicazione cristiana è mostrare che il Regno di Dio è vicino: qui, ora, ed è come un miracolo che può essere vissuto da ogni persona, da ogni popolo. Un miracolo che va raccontato offrendo le chiavi di lettura per guardare oltre il banale, oltre il male, oltre i pregiudizi, oltre gli stereotipi, oltre sé stessi. Il Regno di Dio è oltre noi. Il Regno di Dio viene anche attraverso la nostra imperfezione, è bello questo. Il Regno di Dio viene nell’attenzione che riserviamo agli altri, nella cura attenta che mettiamo nel leggere la realtà. Viene nella capacità di vedere e seminare una speranza di bene. E di sconfiggere così il fanatismo disperato.

Questo, che per voi è un servizio istituzionale, è anche vocazione di ogni cristiano, di ogni battezzato. Ogni cristiano è chiamato a vedere e raccontare le storie di bene che un cattivo giornalismo pretende di cancellare dando spazio solo al male. Il male esiste, non va nascosto, ma deve smuovere, generare interrogativi e risposte. Per questo, il vostro compito è grande e chiede di uscire da sé stessi, di fare un lavoro “sinfonico”, coinvolgendo tutti, valorizzando anziani e giovani, donne e uomini; con ogni linguaggio, con la parola, l’arte, la musica, la pittura, le immagini. Tutti siamo chiamati a verificare come e che cosa comunichiamo. Comunicare, comunicare sempre.

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

sabato 11 gennaio 2025

Un milione!

Concerto di Capodanno
Le concert du 1er Janvier

 Un milione!

Con la fine del 2024, le varie edizioni del blog (italiano, francese, inglese, spagnolo, portoghese, tedesco e ceco) hanno oltrepassato il milione di visualizzazioni. Grazie di cuore!

Il 2025 è iniziato: anche a Bangassou c'era molta attesa e molta festa. La Cattedrale ha iniziato l'anno con una veglia di preghiera e la celebrazione della Messa.

Il 3 gennaio sono partito per Bangui con l'aereo, insieme a Mons.Aguirre.

E il 4 gennaio sono partito alle 5.30 per Bouar: qui i confratelli carmelitani erano in festa perché due giovani hanno fatto la loro professione solenne, facendo dono a Dio della loro vita, per sempre! Uno dei due, fra Aristide, è di Bangassou!

Domenica 5 gennaio celebro la Messa per l'ordinazione sacerdotale di due altri giovani carmelitani, nella cattedrale di Bouar. E' uno dei momenti più belli della vita di un vescovo!

Rivedo i confratelli, e tanta gente di Bouar, Baoro e soprattutto di Bozoum.

Appena finita la Messa, parto subito per Bangui, dove arrivo alle 21.

E rifletto che ci metto sei ore per fare 450 km, quando la settimana prima ce ne sono volute 6 anche per percorrere i 75 km tra Mboki e Obo!

Sono a Bangui con Mons Aguirre per l'Assemblea Generale della Conferenza episcopale. Siamo riuniti con tutti i vescovi ed i vicari generali da lunedì 6 fino a martedì 14: è il tempo dei bilanci e dei rapporti delle diocesi e di tutte le commissioni nazionali.

E' un tempo prezioso di ascolto e di confronto, di condivisione delle speranze e delle sofferenze delle nostre comunità, sparse in tutto il paese. C'è comunque un ambiente sereno, pieno di rispetto e anche di allegria: non siamo vescovi tristi!

Il venerdì tutti i vescovi sono ricevuti dal Presidente della Repubblica. E' un lungo incontro, durato più di due ore, durante il quale ognuno di noi presenta la situazione della propria diocesi con molta franchezza. Sono situazioni che conosciamo molto bene, luoghi e persone che abbiamo incontrato, visitato e, soprattutto, ascoltato. E diventiamo veramente la voce di chi non ha voce! E il Presidente ascolta, prende nota, e poi ci ringrazia perché sa di avere un quadro preciso e veritiero del paese. E' un quadro poco confortante, ma utile per cercare di fare qualche miglioramento.

La domenica tutti i vescovi celebriamo in Cattedrale, e viene data lettura del Messaggio della Conferenza Episcopale. Un messaggio di speranza e di incoraggiamento per la Chiesa e il popolo che è in Centrafrica.

Pellegrini della Speranza!





Bangassou (la base dei Caschi Blu)
Bangassou, la base de la MINUSCA





Bouar













Il saluto della Conferenza Episcopale a p.Norberto
La salutation de la Conférence Episcopale au p.Morberto


 

giovedì 2 gennaio 2025

Un Natale da vescovo

 

 

Obo

Un Natale da vescovo

In tanti mi hanno chiesto com'è il primo Natale da Vescovo.

E' stato bellissimo!

Martedì 24 sono partito in aereo a Obo, la parrocchia più a Est della diocesi, a 520 km da Bangassou.

Sono arrivato in fine mattinata, e alle 13.30 siamo partiti per Mboki, dove siamo arrivati dopo più di quattro ore, attraversando la foresta e incontrando qualche antilope e decine di faraone.

Mboki è una parrocchia chiusa due anni, a causa della guerra. In tutta la zona, e particolarmente qui, i vari gruppi ribelli (UPC, Seleka, LRA ecc) per anni ne hanno fatto una terra di razzie, saccheggi, violenze e uccisioni: lungo tutta la strada non c'è più un villaggio! Anche in questi giorni, quasi tutte le sere sento qualche sparo…

Il parroco di Mboki, in aprile 2023, era stato minacciato, e gli avevano sparato, ferendolo a un braccio.

Da qualche mese la zona è sotto controllo dei militari regolari e della Minusca, e la vita riprende lentamente.

Ho scelto Mboki per celebrare questo Natale: è qui, dove la vita è più dura e dove la gente ha sofferto di più che Dio è più a suo agio!

Arriviamo accolti da tanta gente, e dopo una doccia veloce, celebro la Messa della notte di Natale, sotto due alberi grandissimi, che formano una delle cattedrali più belle del mondo!

La notizia della nascita di Gesù, Dio che si fa uomo, è la notizia più bella, che offre speranza e dignità, specie a chi ha tanto sofferto.

Il 25 ci ritroviamo insieme a tutta la comunità per la Messa . Ci sono anche il sindaco, il capo dei militari e l'imam: è un momento di speranza, e tutti vogliono essere presenti. Oltre al Natale, oggi celebro i battesimi di 4 bambini!

In pomeriggio visitiamo la parrocchia: la chiesa è occupata dai militari centrafricani, mentre la canonica è diventata la base dei Caschi Blu (Nepalesi e Pakistani).

Visito anche la scuola elementare: gli alunni sono più di 600, e gli insegnanti sono 6, tutti volontari. E allora prendo la decisione di aiutare gli insegnanti (non sono pagati, e la comunità dovrebbe assicurare il loro salario, ma non ce la fa!). Li chiamo, e spiego loro che ogni mese gli farò avere una piccola somma (30 euro ciascuno), e ne sono molto contenti. Questo li aiuterà a lavorare meglio e più serenamente, e ad assicurare la scuola per tutto l'anno.

Passo anche a salutare l'imam, che ci accoglie calorosamente, ci offre il tè, e con lui chiacchieriamo a lungo: la guerra è stata terribile, ma è stato un musulmano a salvare il parroco ferito e a portarlo in moto fino a Obo, l'anno scorso!

Il 26 mattina celebriamo la Messa, e dopo una visita ad un altro gruppo di militari, partiamo verso le 9.30 per Obo, dove arriviamo alle 16… E sono solo 75 km!

Il volo per Bambouti, la città alla frontiera con il Sud Sudan, purtroppo, è stato annullato. E allora organizziamo diversamente la mia presenza e il lavoro di questi giorni.

Obo è una terra di frontiera, e qui, da decenni, trovano rifugio sudanesi, congolesi e centrafricani. Il venerdì e il sabato visitiamo le varie comunità e cappelle della città, e domenica celebriamo una bella Eucarestia, proprio nel giorno in cui, in tutte le cattedrali del mondo, i vescovi aprono il Giubileo del 2025. Il tema è "Pellegrini della speranza", ed è una parola che arriva a toccare profondamente chi, da decenni, vede andare e venire i vari gruppi di ribelli!

Lunedì sera celebro la Messa in una cappella di un quartiere di Obo. Qui sono radunati gli abitanti della strada per Bambouti, che hanno dovuto abbandonare i propri villaggi.

E anche qui la Parola, il Verbo fatto carne, illumina le nostre vite, e riporta gioia e dignità a che ne ha tanto bisogno.

Martedì 31, dopo una settimana, rientro a Bangassou. Pellegrino della speranza: la Speranza portata, ma anche quella ricevuta dai bambini, giovani e adulti di questa zona estrema del paese!




Ligoua



In strada per Mboki
En route pour Mboki




La scuola di Mboki
L'école de Mboki


Mboki