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giovedì 21 ottobre 2021

Se tacciono le armi: spunta la pace, bisbiglia la speranza, e germogliano i sogni

 


Pierre

 

Se tacciono le armi: spunta la pace, bisbiglia la speranza, e germogliano i sogni

 

Una settimana piena, e piena anche di tante piccole scintille di speranza.

Domenica sono andato a celebrare la Messa a Samba Bougoulou, un nome curioso per un villaggio lungo. Concludo la celebrazione con la benedizione della scuola elementare del villaggio. L'anno scorso avevamo finito con 56 alunni, ed ora gli iscritti sono più di 200!

Prima della Messa mi portano un bambino di poco più di un anno (lo chiameremo Pierre, ma non è il suo vero nome). Lo prendo in braccio, perché piange, e lo benedico: sua mamma è morta qualche giorno fa, e il papà è ammalato gravemente. Mentre prego, e cerco di pensare a cosa fare per aiutarlo, sento un po' di caldo… Quando restituisco il bambino, mi accorgo che ha fatto pipì…

Lunedì 18 ottobre è il giorno dell'inaugurazione "ufficiale" dell'anno scolastico. Anche se molte delle nostre scuole hanno aperto da settimane, è questo il giorno scelto dal governo per iniziare. A Baoro arrivano autorità di tutta la regione, insegnanti e alunni per un momento di festa e di animazione. C'è addirittura un vecchio soldato che suona la tromba!

Mercoledì vado a Bouar, e da lì, insieme al Vescovo, ci avviamo verso il Nord. È una zona molto difficile, teatro, da anni, di scontri e tensioni. Da alcuni mesi vi si sono ritirati i ribelli, spinti dai militari centrafricani e russi. E così i villaggi vicini alla frontiera con il Camerun e il Ciad (tra Niem, Bocaranga, Koui, Ndim e Ngaundaye), sono sotto tensione. Molta gente non può andare nei campi, minacciata dai ribelli o dai russi. Ci sono uccisioni, saccheggi, violenze di ogni genere. E molti abitanti hanno dovuto scappare, andando così ad aumentare il numero, già alto, dei rifugiati e dei rifugiati interni. Proprio in questi giorni ho ricevuto i dati dell'ONU, che parla di oltre 1.437.000 rifugiati (tra interni e all'estero): un quarto della popolazione del Centrafrica!

Arriviamo a Bocaranga (210 km da Baoro), dove incontriamo i padri cappuccini. La situazione è difficile, e cerchiamo di riflettere insieme su cosa fare.

Alcune agenzie delle Nazioni Unite, insieme alle ONG, si stanno organizzando. Purtroppo spesso non possono venire in zona, perché è troppo pericoloso.

Giovedì mattina partiamo per Koui – Degaulle, un villaggio a una quarantina di chilometri da Bocaranga. Qui incontriamo la comunità cristiana, il sultano (!), il vice prefetto e il sindaco. Ma, soprattutto, ci rallegriamo perché la scuola è aperta! Nonostante i vari ribelli e militari l'abbiano saccheggiata (usando i banchi come legna da ardere!), i maestri ed i genitori hanno avuto il coraggio di aprire la scuola.

Vedere le scuole aperte, ascoltare i maestri spiegare, e i bambini gridare durante la ricreazione: è uno degli spettacoli più belli!

Nei vari incontri con le persone che vivono, soffrono e sperano in queste parti del paese, vogliamo capire quali sono i bisogni cui possiamo cercare di dare una risposta.

E stiamo pensando di impegnarci per le scuole della regione. Gli insegnanti sono quasi tutti (più del 93%) dei volontari, aiutati (pochissimo) dai genitori. Per incoraggiarli a rimanere nei villaggi e riaprire le scuole, pensiamo di dare loro un piccolo premio mensile (tra i 15 e i 20 euro), che gli permetterà di avere una piccola base economica. E di distribuire il materiale scolastico agli alunni.

E sono tanti!  Ci sono circa 250 insegnanti nella regione, e tra i 13 ed i 15 mila alunni.

Ma la Provvidenza è grande!

 





Scuola Materna "Il Germoglio"
Ecole Maternelle "Il Germoglio"

Bohong

Bocaranga

Degaulle


Alunne
Des élèves

Scuola elementare a Degaulle
Ecole primaire à Degaulle

C'erano i banchi, un anno fa!
Il y a 1 an, il y avait les tables bancs!



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