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giovedì 2 settembre 2021

Igwe ecc.


Igwe ecc.

La pioggia, in questi giorni, si è mostrata più "corretta". E così domenica ho potuto prendere la strada per Igwe, il più piccolo dei villaggi: 12 case e 1 cappella in paglia.

Si trova a circa 60/65 chilometri. Ma gli ultimi 14 sono in piena boscaglia: si tratta piuttosto di un sentiero, che zigzaga tra gli alberi, quasi sommerso da erbe altissime, tra cui spuntano alcuni termitai (alti più di 3 metri). Qualche albero caduto ci obbliga a una sosta, e ci vogliono 45 minuti solo per quest'ultima parte.

Qui trovo la comunità in attesa. Saluti, qualche informazione sul lavoro dei campi, sulla sicurezza (ci sono gruppi ribelli che passano "irregolarmente") e sugli abitanti. Mi dedico alle confessioni, e poi celebro la Messa, in un mondo semplice, ma assetato di Vangelo, di Dio e di pace.

Finita la Messa vado a trovare il capo villaggio, che sta riprendendosi da un periodo di forte malattia.

Lunedì mattina, alle 5, parto ancora per Bangui. Su una strada che dovrebbe essere la migliore del paese, l'unica che permette la comunicazione e l'arrivo delle merci importate dall'estero. Ma anche qui, in alcuni posti, ci sono più buchi che asfalto!

A Bangui, i lavori di costruzione del nuovo convento vanno avanti. Una parte delle fondamenta è già costruita, e si prosegue. Con passione e buona voglia.






Igwe, la cappella
Igwe, la chapelle






Carmel, Bangui
















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