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venerdì 28 febbraio 2014

due rose bianche




 
2 rose bianche
Era da più di tre mesi che non andavo a Bouar, sede della diocesi e anche di altre comunità di carmelitani... Finalmente lunedì parto insieme all’abbé Mirek, il vicario della Diocesi, che è venuto a farci visita.
Sulla strada incrociamo un grande convoglio di camion che stanno andando a Bangui: i trasporti sono ancora pericolosi, e viaggiano scortati dai militari della MISCA.
A Baoro incontro finalmente p.Dieudonné e p.Daniel, e le suore. Hanno ospitato per quasi un mese 3.700 persone, di cui 1.400 musulmani. Proprio qualche giorno fa i musulmani sono partiti per il Cameroun, e anche gli altri sono usciti, per ritornare a casa. Ma quale casa? Oltre 1.300 case sono state bruciate dalla Seleka nelle settimane scorse!
A Bouar saluto con piacere Padri e suore, missionari coraggiosi che sono rimasti nonostante tutto! Martedì pomeriggio facciamo una riunione come Caritas, per fare il punto sulla situazione e vedere cosa fare. È impressionante vedere come quasi tutte le Parrocchie e case religiose si siano aperte all’accoglienza dei rifugiati, senza distinzione tra cristiani e musulmani! Padri, suore e laici, di età diversi, e di un’infinità di paesi( Centrafrica, Cameroun, Ciad, Madagascar, India, Uruguay, Italia, Francia, Polonia Rep.Ceca...): l’Internazionale della Carità!
Proprio in questi giorni p.Emilio Martinez, vicario generale dei Padri Carmelitani Scalzi, che era stato qui in visita, ha avuto un’idea stupenda: ha portato 2 rose a Papa Francesco, come segno del lavoro fatto dai Missionari con i rifugiati. Ecco cosa ci ha scritto:
Ho potuto dare in mano queste due rose bianche a Papa Francesco durante l’udienza dei mercoledì. 

Gli ho detto: Santità, qua ci sono queste due rose bianche portate da me dal Centrafrica; e lui mi ha chiesto: da dove, Padre? Allora ho ripetuto: dal Centrafrica, Santità, è un incarico dei missionari carmelitani e i loro rifugiati.

Vorrei poter trasmettervi l’emozione che ho sentito quando il Papa si è girato da un suo accompagnante e, in modo tenero tanto come solenne gli ha detto: “Esto me lo sube arriba, a mi despacho”, cioè, "questo lo porti su, al mio ufficio”.

I vostri volti, le vostre vite, come quelle delle nostre consorelle e amici, il volto di ciascuno dei rifugiati, soprattutto dei bambini… Tutto quanto porto nel mio cuore dopo visitarvi era arrivato finalmente alle mani di Papa Francesco e mi son sentito felice di essere stato il vostro  messaggero e portatore di un grande tesoro. Grazie a Dio!!!

Vi prego di comunicarne a tutti i confratelli e consorelle: Il Papa è con voi, voi siete con Francesco!!!

Grazie ancora di tutto, il vostro fratello minore: Emilio.

Mercoledì sono partito per il Nord, insieme ad un paio di giornalisti dell’Associated Press. Passiamo da Bohong, dove sembra che, dopo mesi di lotte, la convivenza tra musulmani e non musulmani sia possibile.
Lungo la strada incontriamo molti villaggi bruciati dalla Seleka nel mese di gennaio. Quasi tutte le cappelle hanno ricevuto delle raffiche di mitra, e i buchi sono ben visibili sui muri!
A Ngaundaye ritrovo i Cappuccini che si stanno da fare per organizzare la ricostruzione. Accompagno fra Francesco alla sua fattoria (è a 3 km, e la Seleka gli ha rubato la macchina, e ci deve andare a piedi, e non è giovanissimo!). Qui posso vedere centinaia di piantine e di manghi innestati.
Ed oggi, venerdì, trovo i bambini della scuola elementare tutti eccitati, perché è la fine del trimestre e c’è la consegna della pagelle. Sembra poco, e invece è un passo importante, specie in questo momento...

rifugiati alla Misisone di Baoro
réfugiés à la Mision de Baoro


convoglio di camions provenienti dal Cameroun e diretti a Bangui
le convoi provenant du Cameroun, destinés à Bangui

Fra Francesco con i suoi manghi innesati
frère Francesco, avec ses mangues greffés



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