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giovedì 21 marzo 2019

Sperare o disperare?







Sperare o disperare?
Il Centrafrica continua il suo cammino. Ma verso dove?
Ci sono momenti in cui me lo chiedo.
Da una parte, c’è la volontà di vedere il positivo, i piccoli passi che permettono a tanti di uscire dalla crisi, di costruire qualcosa: i genitori che si sacrificano per mandare a scuola i figli, le famiglie che si dedicano agli altri, i giovani che cercano di crescere, al di là di tutto; il sorriso dei bambini, i canti e le danze degli adulti, che riempiono spesso le notti; le donne e gli uomini che coltivano i campi e lavorano con dignità…
Sabato 16 sono andato a Bocaranga per una riunione su un progetto della Caritas (ricostruzione di case, riparazione di strade, comunità di risparmio e credito…). In pomeriggio sono passato a salutare gli alunni catechisti, che con le loro famiglie frequentano la scuola per imparare a guidare le comunità cristiane. Sono qui da dicembre, ed i corsi (Parola di Dio, catechesi, teologia, sacramenti, morale, famiglia, ma anche cucito e falegnameria)  continueranno fino a maggio.
Al ritorno mi fermo nel villaggio di Tolle. Nella chiesetta, appena restaurata, c’è una statua di Gesù Bambino di Praga, che è il patrono della comunità.
Lungo la strada vedo alcuni Peuls, tribù nomade di allevatori. Stanno lentamente tornando, aiutati, purtroppo, dai ribelli del movimento 3R, uno dei movimenti che stanno discutendo con il governo.
Purtroppo il dialogo di Khartoum, il mese scorso, non sembra concretizzarsi. Lo Stato ha fatto un nuovo governo, ma il fatto di mantenere la maggior parte dei vecchi ministri ha scatenato le ire dei vari movimenti ribelli: da un paio di settimane la strada, l’unica, che permette l’arrivo delle merci in Centrafrica, è bloccata a Zoukoumbo dai ribelli…
E lo Stato, invece di prendere a cuore il bene comune, si dedica piuttosto al tornaconto di quanti sono al potere.
Da un paio di mesi, proprio intorno a Bozoum, un’impresa cinese ha aperto almeno 17 cantieri per la ricerca dell’oro: deviano il corso del fiume Ouham, e con ruspe e scavatrici setacciano il fondo. È impressionante vedere  il disastro creato: montagne di ghiaia, buche piene d’acqua, il corso del fiume rovinato, l’acqua inquinata (e probabilmente usano il mercurio per facilitare il ritrovamento dell’oro).
Solo tra macchinari e carburante, ho calcolato una spesa giornaliera di almeno 30.000 euro. E quanto devono guadagnare per spendere così tanto?
Le autorità fanno finta di non sapere niente, e l’oro parte verso il Camerun, ogni settimana. E alla frontiera (stranamente) nessun controllo! E nelle casse dello Stato non entra niente!
Sperare o disperare?




Peuls a Ngoutere

Tolle


cantieri dell'oro a Bozoum
les chaniters pour l'or à Bozoum






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