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domenica 26 maggio 2013

dopo due mesi...



Domenica mattina un giovane che conosco bene, mi racconta cosa gli è successo il giorno prima. Lui è un tecnico della telefonia mobile. Dopo essere stati a Mbaiki (100 km da Bangui) per lavoro, stava rientrando alla capitale con altre persone, quando hanno incrociato delle macchine. Il loro autista, abbagliato dai fari, ha lampeggiato una volta. Purtroppo erano 2 auto piene di ribelli (Seleka). Arrivati vicino alle macchine, i ribelli li hanno fermati e un colonnello (sono tutti o colonnelli o generali…) è venuto da loro, minacciando con la pistola l’autista, che si era permesso di lampeggiare. L’ha picchiato, e parlando in arabo l’ha più volte minacciato. Alla fine una persona che era con i ribelli (che lo stavano scortando) è intervenuta per farlo smettere.
L’autista era ferito alla testa, a causa dei pugni e dei colpi dati con il calcio della pistola e di un mitra. Dopo averlo medicato, sono ripartiti verso Bangui…
Il giovane mi ha scritto: “Personalmente non sono stato colpito, ma sono rimasto ferito dal fatto di dover assistere alla tortura di un essere umano, senza poter fare qualcosa”.
È la stessa cosa che provo, che proviamo di fronte a quello che sta succedendo in Centrafrica.
Un colpo di stato, come ne sono successi spesso nella storia del Centrafrica. Ma questa volta è peggio! Dopo 2 mesi, continuano i saccheggi, gli spari, le uccisioni, le violenze.
L’arrivo dei ribelli ha scatenato tutto quello che c’è di peggio nel paese:
  • La fuga dei funzionari statali
  • La fuga dei militari e delle forze dell’ordine
  • La chiusura delle scuole e di tutti gli uffici pubblici
  • L’emergere di delinquenti e teppisti, che rubano, saccheggiano e vuotano letteralmente le case
  • Le tensioni etniche e, soprattutto, religiose
È difficile muoversi, sia perché i ribelli hanno rubato centinaia di auto (tra le quali una nostra, e una della comunità di Bouar) sia perché si teme di fare brutti incontri
I furti ed i saccheggi sono all’ordine del giorno. A Bangui, una vedova, madre di 4 figli, si è vista arrivare i ribelli aveva già perso tutto nei saccheggi del 2003). Le hanno portato via una parte dei mobili. Il giorno dopo, mentre lei era assente, son ritornati, hanno vuotato completamente la casa, e la occupano stabilmente. La vedova ha dovuto abbandonarla!
Purtroppo queste storie sono all’ordine del giorno. E la stessa sorte l’hanno subita alcuni ospedali, scuole, uffici dell’amministrazione, pompe di carburante,  case di privati, chiese e conventi, sedi di ONG…
Le scuole sono chiuse da mesi. Gli insegnanti sono fuggiti, e i pochi rimasti temono di diventare oggetto di furti da parte dei ribelli. Inoltre, le casse dello stato sono vuote! C’era già poco, prima dell’arrivo dei ribelli. Ma con il colpo di stato i primi ad arraffare e svuotare sono stati i ribelli… Tutto! Persino le stazioni di carburante: svendevano gasolio e benzina, che rappresentano una delle principali entrate del bilancio statale! Questo significa che i salari degli statali non sono pagati…
Oltre tutto questo, ci sono altri elementi preoccupanti:
·         L’ingerenza di Ciad e Sudan: la maggior parte dei ribelli sono stranieri, non parlano il sango (la lingua nazionale) ma solo l’arabo…
·         Il controllo del sottosuolo, in particolare del petrolio: il primo ministero del nuovo governo, è quello del petrolio (che prima non esisteva…)
·         La mancanza di ogni controllo sui ribelli: la settimana scorsa, uno di loro, mi  dice: 1: noi siamo ribelli; 2: siamo in guerra; 3: questa è una provincia del Ciad
·         La mancanza di programmi di sviluppo: il Centrafrica, a 50 anni dall’indipendenza, non ha MAI costruito una scuola con soldi dello Stato…
·         L’elemento islamico: oltre la metà dei ministri del nuovo governo sono musulmani (che però sono solo il 15%). I saccheggi hanno avuto come vittime soprattutto i non musulmani (e in  particolare la Chiesa Cattolica). Tutto questo è preoccupante, per un paese che ha avuto finora un buon livello di convivenza…
·         Il blocco di tutte le attività commerciali ed economiche. E la prospettiva della fuga di tutti gli investitori, che si sono visti saccheggiati e minacciati
C’è un Salmo che mi risuona spesso nel cuore, in questi giorni di tensione e paura: “quando sono scosse le fondamenta, il giusto che cosa può fare?” (Salmo 11, 3)
Spesso, durante questi mesi, ripeto alla gente, e in particolare ai giovani: “bisogna riflettere!!!”. Se il paese è a questo punto, è anche perché spesso i problemi non vengono affrontati.
Di fronte al 51,4% di analfabeti, alle classi con oltre cento alunni, alla giustizia che non funziona, se non contro i deboli, ad una politica che cerca solo il proprio profitto, ad una sanità interessata prima al portafogli e poi al malato…. “il giusto che cosa può fare?”.
È chiaro che c’è un lavoro enorme di formazione da fare. A tutti i livelli. È anche per questo che non vogliamo lasciare il paese, ed è anche per questo che teniamo aperte le scuole!
Ed è per questo che gridiamo! Il Centrafrica è poco conosciuto. Ha pochissimo peso internazionale.
La notizia più importante di queste ultime 2 settimane, riguardo al Centrafrica… era l’uccisione di 26 elefanti! È importante, d’accordo, ma ci sono stati almeno 300 morti civili dal 24 marzo, stupri, feriti e saccheggi….
Il Centrafrica rischia di essere abbandonato a se stesso, e diventare un inferno! Se parliamo, scriviamo, urliamo, qualcuno si ferma e ascolta… e può fare qualcosa!
La Chiesa, specialmente per voce di vescovi coraggiosi come l’Arcivescovo di Bangui, è una delle rari voci che dall’interno continua a scuotere le coscienze…
E vogliamo continuare a parlare, e lavorare perché in futuro non succedano più queste cose!






domenica 19 maggio 2013

Uomini di fede

 


Domenica 12 maggio, il Papa ha riconosciuto come santi (“canonizzati”) gli 800 martiri di Otranto. Una storia bellissima… Otranto è una città piena di storia, e dove il Cristianesimo è sbocciato in arte, cultura (c’era una scuola gratuita aperta dai monaci  per chi voleva imparare il latino e il greco, con posibilità di viverci, e il tutto… gratuitamente!). Nel 1480 i Turchi, dopo aver conquistato Costantinopoli, tentano di attaccare l’Italia per impadronirsi di Roma. La flotta giunge ad Otranto, che viene assediata. I Turchi mandano un messaggio: se la città si arrende, tutti i cittadini saranno risparmiati. I capi della città, nonostante la fuga dei soldati, decidono di resistere ad un esercito di almeno 18.000 soldati…
Ma dopo 15 giorni, devono arrendersi. I Turchi propongono la vita a quanti rinnegheranno la fede cristiana. E qui, un sarto, Antonio Primaldo, a nome di tutti dice: “Fratelli miei, sino oggi abbiamo combattuto per defensione della Patria e per salvar la vita e per li Signori nostri temporali, ora è tempo che combattiamo per salvar l'anime nostre”. E la città sceglie la morte, pur di non rinnegare la propria fede…
Il giorno dopo tutti gli uomini della città (circa 800) sono decapitati…
Una storia bella, che sa di altri tempi, ma che purtroppo ancora in troppi paesi è d’attualità. Un po’ in tutto il mondo, e anche in Africa: Nigeria, Kenya….
Giovanni Paolo II, parlando di loro, disse: «I beati Martiri ci hanno lasciato due consegne fondamentali: l’amore alla Patria terrena; l’autenticità della fede cristiana. Il cristiano ama la sua Patria terrena. L’amore della Patria è una virtù cristiana».
Pensavo a questo oggi, festa di Pentecoste, parlando dello Spirito Santo.
È lo Spirito Santo che ha reso forti queste persone, secoli fa, e lo fa ancora oggi! Per ciascuno di noi!
In queste settimane, qui in Parrocchia, abbiamo vissuto parecchi momenti di Grazia: domenica 5 maggio qui a Bozoum abbiamo celebrato le Cresime, e oggi i ragazzi, ragazze, giovani e adulti che si preparano al Battesimo hanno celebrato una delle tappe del Catecumenato.
Che il Signore apra i nostri cuori all’azione dello Spirito Santo, per essere sempre più uomini nuovi, donne nuove.









domenica 12 maggio 2013

Maggio 2013



Eccoci a maggio… il mese più bello (sono nato io….)!
Siamo ormai all’ultimo mese di scuola… ma solo da noi, perché in città e nel resto del paese quasi tutte le scuole rimangono chiuse, a causa dell’insicurezza e degli spari…
Continuano anche qui… Venerdì sono arrivati dei ribelli di grado superiore(!) da Bangui, la capitale, per disarmare quelli di qui… che però hanno pensato bene di non farsi trovare. Il sabato, partiti i superiori, hanno sparato tutto il giorno per festeggiare un matrimonio…. Era meglio il lancio del riso…. Domani vado a proporglielo!
Domenica sera  l’abbé Mirek mi chiama da Bouar. C'è un giovane che è stato rapito dai ribelli a Bocaranga, e sarebbe qui a Bozoum. Hanno chiesto un riscatto di 250.000 F CFA (375 €). Hanno pagato, ma i ribelli non l’hanno rilasciato.
Il lunedì pomeriggio vado dal capo dei ribelli. E 'il colonnello (tutti i ribelli sono o colonnelli o generali ...).
Stanno mangiando .... Sono una dozzina.
Spiego il problema. Uno dei ribelli dice che il giovane è detenuto a causa di suo padre, che è il sindaco di un comune.
Il capo dice che lo hanno rilasciato questa mattina .... Io non sono troppo sicuro .... (in effetti l’avevano liberato, ho saputo dopo).
In ogni caso, tiro fuori il 2 ° problema ... Hanno messo una barriera di fronte al liceo ... La barriera è stata progettata per fermare moto e auto, e far pagare una specie di pedaggio estemporaneo ...
Spiego che finché c’è questa barriera, la scuola non può aprire ...
Parlano un po ', e dicono la toglieranno...
Chiedo loro, ma perché mettere una barriera?
Dice: per controllare che le moto siano conformi al codice della strada!!
Io dico, ma se tutte le auto che avete non hanno nemmeno la targa! (ce n’erano 2 proprio lì…)
Risposta: ma noi siamo ribelli ....
Dico in linea di principio, ora c'è un governo, e non c'è più ribellione.
Risposta: No, siamo in guerra, e qui è una provincia della ... Ciad ....
Io dico loro, ma siete qui per la sicurezza o per aumentare i problemi?
Ho visto che in una stanza vi era un prigioniero. Chiedo loro, è il giovane che sarebbe stato rilasciato? No, dicono. Ho detto a loro, ma ce ne sono altri. Si, dicono, ma questo è un bandito.
Come voi? Ho detto ....
Ridono…

Vedremo ...

Altre notizie : la partenza di padre Nicola, missionario in centrafrica dal 1971… Una bella figura di uomo, missionario (e piemontese). Ha 90 anni , ed è l’ora di partire verso posti più tranquilli…








sabato 4 maggio 2013

Dalla Commedia alla Tragedia



COMMEDIA, ATTO 1
La settimana scorsa i ribelli sono andati a 15 km a rubare un'auto, che il nostro meccanico stava riparando per conto del parroco di Paoua (a 125 km).
l'aveva nascosta... ma l'hanno trovata...
Faccio fare un'attestazione del Vescovo che certifica che la macchina è di proprietà della diocesi.
la porto al Console del Ciad..... (perché? perché i ribelli sono quasi tutti ciadiani, ed è l'unica autorità che rispettano...)

Mentre aspettiamo che arrivi il capo dei ribelli... chiacchieriamo...
Il console mi dice che in Centrafrica ci sono troppe armi:
io: d'accord
Lui: troppe armi fabbricate artigianalmente:
io: oui
Lui: le autorità le fanno fabbricare...
io: ma ce ne sono molte che arrivano attraverso le frontiere... Anzi, (dato che nella notte erano passate molte macchine rubate a Bangui in viaggio per il Ciad) dalle frontiere entrano ed escono troppe cose che non dovrebbero né entrare né uscire...
lui: d'accord. Ma in Centrafrica ci sono troppe armi artigianali.
io: anche i kalashnikov li fabbricano artigianalmente in Centrafrica?
lui: no, ma...
io: vedo un sacco di razzi (roquettes) sulle macchine dei ribelli... anche quelli sono fatti artigianalmente?
Lui: no ma...

poi è arrivato il capo dei ribelli.
Non parla francese, non sa leggere.... Giovane, ben vestito, un paio di telefoni...
Prende il foglio che gli ho dato... al contrario... e poi il console legge l'attestazione.
la traduce in arabo.
Il capo dice che ridarà la macchina... se rimborsiamo le spese (mi dico: che spese? se il carburante lo rubano....)
ne approfitto per chiedergli se è possibile aprire le scuole in città (le nostre sono aperte dal 3 di aprile, ma le altre no).
Lui mi dice che non c'è problema. e io gli dico che poi non devono andare nelle scuole, nè cercare i maestri per saccheggiare ecc....
Lui mi assicura (naturalmente) che non daranno fastidio...

TRAGEDIA, ATTO 1
Infatti… il giorno stesso i ribelli vanno in un villaggio a 30 Km, Manga, dove avevamo nascosto l’altra macchina, e la rubano. Partono verso il Ciad, e temo che non la rivedremo mai più (se qualcuno vede una Toyota Landcruiser targata DA 002 NM è la nostra…)

COMMEDIA, ATTO 2
Venerdì  vado a Bouar, per incontrare i fratelli e le sorelle, e per fare una riunione con la Commissione Giustizia e Pace. Mi raccontano che il giorno precedente il Prefetto insieme al capo locale dei ribelli ha voluto incontrare i Missionari e laici della Chiesa Cattolica per rassicurarli…. Non è che ci sia riuscito molto, perché continuano spari e furti (specie di macchine).
Il capo dei ribelli è addirittura venuto alla riunione con una macchina rubata… ad un prete della diocesi pochi giorni prima!!!!
Anche il Prefetto gira con un’auto rubata…
TRAGEDIA, ATTO 2
Tornando da Bouar passo a Bossemptele, dove i padri Camilliani con le suore Carmelitane di Torino gestiscono un ospedale.  Proprio ieri è morto un ragazzo di 13 anni: era stato operato di ernia a Yaloke, ma sono arrivati i ribelli all’ospedale e tutto il personale è scappato. Senza cure, il ragazzo viene seguito con medicazioni tradizionali, e prende il tetano! È morto dopo alcuni giorni di sofferenze terribili.
Ancora ieri, mi chiama suor Elvira da Berberati, e mi dice che un bambino è morto: la famiglia, al momento degli spari, era partita con 5 bambini nella foresta, ma al ritorno uno di loro aveva una malaria molto forte, ed è morto. Era stato adottato da una famiglia, perché i genitori naturali l’avevano abbandonato….
LIETO FINE, ATTO 0
A Bouar ho incontrato uomini e donne, membri dei Comitati Giustizia e Pace di 2 parrocchie. Centrafricani. Sono rimasto colpito dal loro coraggio e dalla capacità di analisi.
CORAGGIO: uno di loro, alla riunione con il Prefetto e il capo dei ribelli, ha detto che siamo tutti ostaggi dei ribelli. Il Prefetto si è arrabbiato. Ma è la verità! E lui, il Prefetto, è uno dei primi ostaggi…
ANALISI: alcuni di loro hanno detto: facciamo attenzione, perché questi ci invitano alle riunioni, pensano di convincerci che tuto va bene, in modo che noi passiamo il messaggio alla gente, ingannandola!!!