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domenica 31 marzo 2013

Pasqua 2013

...e ce  l'abbiamo fatto anche quest'anno, nonostante i ribelli, la paura e tutto!
Grazie a Dio abbiamo celebrato una bella Pasqua: ieri notte la grande veglia, con oltre 120 battesimi.
E la Parola di Dio che ci ha aiutato a vivere la Speranza di Dio nella vita di ogni giorno, con il popolo d'Israele che vede arrivare i soldati dell'Egitto... e Baruk che ci ricorda che solo un popolo in pace con Dio può sperare nella pace.
E poi il Vangelo della Risurrezione, con le donne (di cui c'è nome e cognome, come a sottolineare una testimonianza diretta e verificabile da parte dei lettori di Luca) che diventano i primi testimoni del Risorto.

Questa mattina la grande Messa Pasquale. Ci ritroviamo con un battaglione, tra chierichetti (25) e danzatrici (30), catechisti ecc, intorno a quanti hanno ricevuto il Battesimo questa notte. E ripensiamo al grande dono della Fede, da custodire con attenzione, come una pianticella, che è un piccolo inizio, ma che, con Cristo, può portare grandi frutti!
E dopo la Messa, i battezzati partono accompagnati da amici e famiglie per far festa in quartiere.
E la musica e i canti che avevano riempito la piazza scendono a riempire piano piano tutta la città

Buona Pasqua anche a voi!







giovedì 28 marzo 2013

La quiete dopo la burrasca...


Qui a Bozoum  tutto bene. siamo riusciti a reggere alla prima ondata.... e grazie a Dio con pochi danni...
A Bangui, la capitale,  c’è il disastro… I ribelli, falsi ribelli, teppisti ecc hanno approfittato della situazione per saccheggiare tutto il possibile: privati, società, ditte, imprese, ONG (MSF e altre) Croce Rossa, agenzie delle Nazioni Unite (Unicef, Pam),  Parrocchie, conventi, scuole, ospedali, radio locali…
Poi si sono sparpagliati nel resto del paese: martedì sera erano a Baoro, dove sono venuti alla nostra Missione, ed hanno preteso soldi e una macchina (che però poi un amico musulmano è riuscito a far restituire).
I ribelli sono arrivati qui a Bozoum martedì notte, hanno sparato un po’, sfondato le caserme di Polizia, Carabinieri ed Esercito (i cui uomini erano scappati tutti da giorni…), saccheggiato un po’ svuotato la stazione dei carburanti….
Stamattina ho portato la comunione ad un malato. Ci sono andato a piedi (anche perché le macchine le abbiamo mandate via, per evitare di farcele rubare dai ribelli). È stata l’occasione anche di vedere un po’ la gente nei quartieri… Un po’ impaurita, ma abbastanza tranquilla e speranzosa che il peggio sia passato...
Il Commissariato di Polizia di Bozoum dopo il passaggio dei ribelli...
La tensione è molta, ma stamattina è venuto un cristiano, un maestro, e mi ha ringraziato perché siamo rimasti: questo fatto lo ha aiutato molto a tenere duro e a non lasciarsi prendere dal panico.
E la vicinanza di tanti in questi giorni, qui a Bozoum, lo dice. Anche il fatto che non siano venuti a rubare o saccheggiare alla Missione di Bozoum, è dovuto in gran parte al fatto che la gente e molti giovani si sono dati da fare per evitarlo, quando i ribelli sono arrivati qui...
In effetti sono arrivati martedì notte... ma non abbiamo avuto il piacere di fare la loro conoscenza....

La vicinanza e la preghiera della nostra Provincia, frati e monache, di amici in Italia, Rep.Ceca, Francia, Cameroun, Messico, ecc la sentiamo in maniera straordinaria!
E ci dà molta forza.
Anche la comunione con le altre Missioni qui in Centrafrica è molto forte, e ci ha fatto bene riuscire a sentirci per telefono o per radio: ci incoraggia ad andare avanti!

Adesso, se le cose si calmano... bisognerà pensare al futuro. Sinceramente, da molti segnali che leggo qui e là, credo che ci dobbiamo preparare ad un periodo di instabilità, per almeno un paio di anni...

Ma... come diceva Guareschi... NON MUOIO NEANCHE SE MI AMMAZZANO....
Con la grazia di Dio, e la compagnia dei fratelli e delle sorelle, andiamo avanti, perché il suo Popolo qui in Centrafrica ha bisogno...








domenica 24 marzo 2013

Domenica della Palme 2013




Giorni di Passione… per il Centrafrica!
La ribellione che era iniziata in dicembre, arrivando a Natale alle porte di Bangui, si era fermata ai primi di gennaio, con una serie di accordi che i ribelli e il governo avevano firmato a Libreville (in Gabon). Un Governo di Unità Nazionale era stato insediato…pur con tutte le difficoltà (più ministri sullo stesso portafoglio… per evitare che ci fosse solo un ministro dell’opposizione o dei ribelli…).
Una decina di giorni fa i ribelli avevano “sequestrato” 5 ministri (appartenenti al movimento di ribellione….) e lanciato un ultimatum… Scaduto il tempo, nonostante qualche debole concessione del Presidente, i ribelli hanno lanciato l’offensiva (anche se, per essere sinceri… non avevano mai smesso di fare la guerra…).
Giovedì hanno conquistato  Bouka e Batangafo, e venerdi hanno preso Bossanoga, la città d’origine del Presidente…
Venerdì mattina abbiamo visto partire tutti i militari e le forze dell’ordine, insieme ai funzionari statali… e a buona parte della popolazione.
Qui abbiamo organizzato un po’ le cose: in pomeriggio abbiamo fatto partire 2 macchine verso Bouar, a 250 km, con 2 volontari italiani e 2 suore. A questi poi si sono aggiunte molte persone che volevano scappare….
Sabato verso le 13… mentre prendiamo il caffè… sentiamo molti colpi di arma da fuoco… Potete immaginare la paura! Ci organizziamo per prepararci al peggio (arrivo dei ribelli, violenza e prepotenze, furto di macchine, soldi ecc), ma poco dopo veniamo a sapere che erano dei militari che, volendo rubare delle moto per fuggire, hanno sparato per farsele dare…
Questa mattina ci siamo ritrovati per la Messa della domenica delle Palme. Alla processione eravamo in pochi… e pensavo che anche alla Messa non sarebbero stati di più…
Invece al Vangelo la chiesa era strapiena!
Leggere il Vangelo, con Gesù che soffre e muore per noi… adesso e qui, in una situazione di violenza e di sopraffazione, è toccante.
Dopo la Comunione, la Corale ha fatto un canto: “Aye so kwe Gb ya a sala, e gonda Gbya, e gonda Gbya”, che vuol dire: per tutto quello che il Signore ha fatto, lodiamo il Signore! E la gente cantava entusiasta, agitando le palme…
 E allora questo tempo può essere ancora un tempo di Grazia, nel quale crescere nella Fede, nella Carità (anche con l’accoglienza di quanti hanno dovuto scappare…)  e nella Speranza.
E solo la Croce, ancora una volta, è l’Unica Speranza, non la violenza né l’odio…
I ribelli hanno ormai preso Bangui… e il potere. Si gira una pagina… ma per il Centrafrica… sembra che la pagina sia sempre quella: colpi di stato, violenze, saccheggi…







domenica 10 marzo 2013

tra un Papa e l'altro...

Scusate il silenzio... ma ho avuto qualche piccolo problema di salute... ma ora va meglio


In queste settimane abbiamo vissuto la fine di un Pontificato, quello di Benedetto XVI, e stiamo per assistere all'elezione di un nuovo Papa.
Sono momenti storici, nel senso più vero della parola.
Benedetto XVI è (stato) un grandissimo Papa. Molto poco conosciuto: quante persone mi hanno detto in questi anni che "non mi piace questo Papa". Al che io chiedevo: "ma hai almeno letto un suo discorso, una sua omelia, un suo documento? e la risposta era, SEMPRE, "No"!!!!!
Grande teologo, ma grande e semplice nella predicazione e nei documenti.
é uno che non ha paura a farsi delle domande, e delle domande GRANDI, e di dare delle risposte. Basta leggere i suoi libri su Gesù.
Ed ama in modo tutto particolare l'Africa. Continente nel quale, come Papa, è venuto 2 volte. Al quale ha consacrato un Sinodo, e un documento eccezionale: Africae Munus. Continente che ha definito: "il polmone spirituale del mondo"!!!

e adesso... eccoci nuovamente  a pregare per la scela di un nuovo Papa. é vero che gli ultimi Papi sono stati uno più grande dell'altro... Vedremo che sorpresa ci riserverà lo Spirito Santo!

Giusto per riflettere sorridendo... vi propongo questo testo del Cardinal Dolan, vescovo di New York...



Circa un mese fa ero giù a Washington, D.C., - immaginate un po’ – per un altro incontro.
A colazione quella mattina, fui sorpreso nel leggere, sul quotidiano di quella città, un articolo sulla Chiesa; il mio stupore non veniva dal fatto che riguardasse una storia di Chiesa – di quelle ne pubblicano spesso – ma di leggerne una positiva e che era davvero una bella notizia!
Rivoluzionaria!
Sembra, infatti, che una piccola ma vigorosa parrocchia episcopaliana, San Luca, nella periferia di D.C., Maryland, abbia deciso di accogliere l’invito di Papa Benedetto XVI di riunirsi con Roma.
Il giornale riferiva che l’iniziativa ha comportato coraggio e temerarietà, ma che la decisione ha avuto un solo voto contrario e che i fedeli erano giubilanti.
“Cosa ha motivato tale ardita decisione?”, chiedeva il giornalista. Notando che i parrocchiani erano per lo più di colore, dall’Africa e dai Caraibi, indagava se non ci fossero atteggiamenti “conservatori”.
Ad esempio, domandava se i parrocchiani non fossero scandalizzati dal fatto che la Chiesa anglicana ordinasse attualmente vescovi e sacerdoti anche le donne.
Il Pastore, con calma, rispondeva che ci avrebbe scommesso che la sua gente fosse ben contraria, ma che non era questo il motivo che li aveva spinti a riunirsi con Roma.
“Beh, allora, continuava il giornalista, non sarà che sono arrabbiati perché l’anglicanesimo approva ora il matrimonio tra persone dello stesso sesso e per “il diritto all’aborto?".
Ancora una volta, il Pastore rispondeva: “la mia gente certamente non condivide queste decisioni, ma la nostra opposizione non è stata la ragione per chiedere di riunirci a Roma”.
Ovviamente curioso, il giornalista insisteva a chiedere che cosa infine li aveva decisi.
“Semplice, rispose il Pastore: il nostro desiderio di essere riuniti con il successore di San Pietro, il vescovo di Roma, Papa Benedetto XVI”.
Noi, cattolici da una vita, temo che diamo questo per scontato. O talvolta, consideriamo l’unità con il Santo Padre quasi come una catena, il che sarebbe ancora più triste. Sembra che a volte siamo imbarazzati ad ammettere che una parte essenziale del nostro Credo cattolico è amore e lealtà verso il Papa.
Ma ben di rado, questo avviene con le persone che si convertono alla Chiesa cattolica. Quando, ad esempio, parlo con i nostri catecumeni e candidati, essi hanno un grande desiderio di avere questo vincolo con la loro assicurazione terrena di unità con Gesù e la Sua Chiesa apostolica: il nostro Santo Padre. Ciò fa parte dello splendore e dell’attrazione del cattolicesimo romano. Non per alcuni cattolici che lo sono da una vita. Essi guardano al Papa come gli inglesi guardano alla regina Elisabetta: i britannici sono orgogliosi di lei; la applaudono; è un grande simbolo di unità nazionale – ma non ha alcuna autorità e nulla da dire nella nostra vita.
E’ così che pensiamo del Papa? Che è solo un simbolo?
Parafrasando il grande romanziere cattolico, Flannery O’Connor, “Se il papato è solo un simbolo, che vada al diavolo!”.
Walker Percy, un altro famoso scrittore cattolico – e lui stesso convertito alla fede – osservava: “Non è che noi cattolici siamo l’unica religione con un Papa. Chiunque, ogni religione ha un ‘papa’. E’ solo che, per un cattolico, il ‘Papa’ non sono io. Per un cattolico, io non sono la voce definitiva nella fede; qualcun altro lo è, e noi lo chiamiamo ‘il nostro Santo Padre’.
E proprio la settimana scorsa, un giornalista locale criticava Papa Benedetto, perché mantiene la tradizione della Chiesa di ammettere al sacerdozio soltanto gli uomini. Non è che quel giornalista sia contro il Papa; solamente pensa che merita obbedienza lui stesso, o il prete dissidente da lui esaltato, invece del Papa.
Vengono alla mente queste riflessioni, due settimane dopo che Papa Benedetto XVI ha celebrato il 60° anniversario della sua ordinazione sacerdotale, il 29 giugno, solennità dei Santi Pietro e Paolo.
Al cuore della nostra fede cattolica non c’è tanto il Papa, ma Gesù. Solo che noi abbiamo la gioia di credere che Gesù ha incaricato Pietro di pascere la Sua Chiesa, affidandogli le chiavi per farlo; e che il successore di Pietro, il Papa, continua questa missione.
Noi cattolici sappiamo che anche i Papi sono dei peccatori. Per questo, contrariamente all’entusiasta recensore di un’altra “storia sconvolgente del papato” che annunciava domenica scorsa, i cattolici che conoscono la propria storia, non faranno che sbadigliare a quest’ultimo racconto dei peccati papali, sapendo che proprio il primo scelto da Gesù, Pietro, non era affatto un angioletto, e le debolezze del papato provano ancor più l’assistenza divina sulla Chiesa, poiché la grazia di Dio opera nei papi, attraverso di loro, e spesso anche malgrado pontefici peccatori.
Sappiamo pure che il carisma del Papa non è quello di cambiare l’insegnamento della Chiesa per accomodarla ai nostri desideri del momento, ma di spronarci a cambiare la nostra vita per conformarla alla volontà di Dio. A volte, ci vuole l’avvenimento di un’intera parrocchia episcopaliana che si riunisce con Roma, per ricordarci quale grande dono abbiamo nella persona e nell’ufficio del successore di San Pietro.
Raccontava nell’articolo una donna ex anglicana che il momento più emozionante per lei fu quando, durante la Preghiera Eucaristica, il Pastore pregò per “il nostro Papa Benedetto”.
Come notava Walker Percy: “toglieteci Roma, e ci resta Berkeley!” [n.d.t.: la più famosa università degli Stati Uniti].







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