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giovedì 27 marzo 2025

Da una celebrazione all'altra

 

 

Il giubileo delle donne
Le Jubilè des femmes

Da una celebrazione all'altra.

Domenica abbiamo celebrato il Giubileo diocesano delle donne: l'occasione per pregare, ma anche rendere omaggio a quanto fanno le donne, specie in Centrafrica.

La chiesa di Tokoyo (qui a Bangassou) era piena di bambine, donne e ragazze. E pochissimi uomini! Un'orchestra di colori, musica, danze e preghiera!

Nella prima lettura, dal libro dell'Esodo, quando Mosè si vuole avvicinare al roveto ardente, Dio gli dice: "Togliti i sandali, perché il luogo in cui stai è una terra santa".

Ed ho scelto questa parola per rivolgermi alle donne e a tutta la comunità: "togliti i sandali, perché la dignità della donna è una terra sacra".

Qui la vita delle donne è ancora molto dura. I soprusi e le violenze, le ferite e le umiliazioni sono tantissime. Ma in generale la donna ha comunque il suo spazio, e sa farsi valere.

Lunedì iniziamo 4 giorni di incontro, formazione, preghiera e convivialità con i sacerdoti più giovani della diocesi. Sono in sette, provenienti da più parrocchie, e affrontiamo diversi temi   molto interessanti (liturgia, sacramenti, confessioni, omelia, affettività, vita in comunità, amministrazione economica).

Martedì mattina facciamo una breve pausa. E' la festa dell'Annunciazione, e ci spostiamo a un paio di chilometri, nel quartiere di Maliko. Qui abbiamo appena finito la costruzione di una bella chiesetta, dedicata a Nostra Signora della Speranza, ed oggi inauguriamo e benediciamo, insieme alla comunità, questo nuovo spazio sacro.

Per illustrare la Madonna della Speranza, abbiamo scelto il logo del Giubileo, l'abbiamo ripreso nei vari arredi, mentre il grande dipinto sulla parete di fondo presenta Maria, insieme al suo popolo di Bangassou.



L'incontro con i sacerdoti più giovani
la session avec les pretres plus jeunes



Maliko





 


sabato 22 marzo 2025

Un parroco nuovo, un nuovo diacono, e la fede fortissima dei cristiani di Nzacko

 

 


Un parroco nuovo, un nuovo diacono, e la fede fortissima dei cristiani di Nzacko

Sono rientrato a Bangassou giovedì 13 marzo, insieme a due amici, Luis e Fanny, di "Aiuto alla Chiesa che soffre", un'organizzazione che aiuto (spiritualmente ed economicamente, le chiese in difficoltà ed i cristiani perseguitati.

Domenica 16 marzo sono a Niakari, una parrocchia a 15 km da Bangassou, per la Messa e l'insediamento ufficiale del nuovo parroco p.Jean Paul Goma.

Martedì mi metto in viaggio per la Missione di Bakouma, a 140 km. La strada è buona, e ci arrivo in meno di 4 ore.

Sono qui con alcuni sacerdoti della diocesi, e con la famiglia di Patient Betoloum, che il 19 marzo ordinerò diacono.

E' un bel momento di fraternità con i sacerdoti e con la gente di Bakouma.

Mercoledì è la festa di san Giuseppe, e celebriamo la Messa all'aperto. E' un momento di festa e di preghiera per questo giovane che ha vissuto gli ultimi 3 anni di formazione nel seminario Urbaniano a Roma, e che oggi diventa diacono, per mettersi completamente a servizio di Dio e dei fratelli e sorelle che gli saranno affidati.

Dopo la Messa c'è un pranzo per oltre 300 persone, e poi danze e canti fino a quando fa buio: la gioia è tanta, per questa comunità provata dalla guerra e dai ribelli, non lontani.

Giovedì 21 marzo parto alle 5.30 per Nzacko, 60 km a Nord di Bakouma. Ci vogliono 3 ore di auto, perché la strada è pessima. E anche perché non è raro incontrare uomini armati lungo la pista. Infatti… li troviamo in un villaggio. Ci fermano, ci fanno scendere, ma per fortuna non ci fanno niente e ci lasciano andare, dopo qualche scambio di battute tra loro e me, che non mi trattengo dal fargli notare quanto sia sbagliata la loro arroganza e il loro continuo saccheggio. Comunque ripartiamo, senza danni. A un paio di chilometri incontriamo un uomo in bicicletta, e lo avvisiamo che più avanti ci sono i banditi: gira immediatamente la bicicletta e riparte da dove era arrivato.

Alle 8.30 arriviamo finalmente a Nzacko, l'unica parrocchia che non avevo ancora potuto visitare.

Per la gente è festa grande, perché questa parrocchia era una delle più belle della diocesi: una bella chiesa, con un campanile in pietra, una grande canonica, un ospedale con una bella sala operatoria, una scuola materna e altri saloni.

E tutto è stato distrutto nel 2017 dai ribelli. Letteralmente distrutto!

Ma la gente di Nzacko non si è scoraggiata! Prima hanno iniziato a radunarsi sotto due grandi alberi, poi sotto una tettoia in paglia, e l'anno scorso hanno ricostruito una chiesetta provvisoria, in mattoni cotti e cemento, con tanto di pavimento e tetto in lamiera.

Entrare lì dentro, è un pellegrinaggio di fede, che mi commuove profondamente. Siamo a pochi metri dalla chiesa distrutta, ma la fede di queste sorelle e fratelli è risorta più forte di prima!

Qui celebro la Messa. E all'inizio entra anche il sindaco, una donna musulmana, che poi visito in pomeriggio, prima di partire. E' un tempo forte di preghiera, ma anche un riconoscere, da parte della diocesi e del vescovo, il tesoro che è nel cuore di questi cristiani.

Dopo la Messa incontro il Consiglio parrocchiale, e parliamo di oggi e di futuro, perché la distruzione è il passato, che non vogliamo lasciare vivere nel rancore o nella disperazione.

Riparto in primo pomeriggio. I ribelli se ne sono andati, e non ci dispiace troppo!

Rientriamo a Bakouma, per un'ultima serata con don Amos, don Modeste e don Patient, prima di partire, questo venerdì 21 marzo, per Bangassou.









Patient è diacono
Le diacre Patient




Quello che resta della chiesa
Les ruines de l'église

La canonica distrutta
Le presbytère détruit

 



martedì 11 marzo 2025

Mille e più

 

Famiglia e volontari al lavoro per preparare la Comida
Famille et bénévoles au travail pour préparer la Comida

Mille e più

Oggi è l'ultimo giorno in Spagna.

Sono arrivato qui mercoledì, dopo un lungo volo (Bangui – Addis Abeba – Francoforte – Madrid) e il treno da Madrid a Cordoba.

Ero stato qui l'anno scorso, in maggio, ed è stato bellissimo trovarmi accolto con tanto affetto da Mons. Aguirre, dalla sua grande famiglia, e da centinaia di persone che aiutano e sostengono la diocesi di Bangassou.

Il venerdì mattina sono arrivati anche mia sorella Marisa con la famiglia, ed è bello poterli riabbracciare.

Sono qui a Cordoba perché la Fundacion Bangassou organizza, come ogni anno da 25 anni, una grande Comida un grande pranzo di beneficenza, per sostenere le opere ed i progetti della diocesi.

La Comida si svolge il sabato 8 marzo, in una bellissima sede, il  "Circulo de l'Amistad", una struttura che accoglie i più di 1.000 invitati!

Io arrivo un paio di ore prima, insieme a Mons Aguirre. Ci sono più di 200 giovanissimi volontari che si stanno dando da fare per gli ultimi ritocchi, mentre piano piano gli invitati entrano.

Ci sono alcune autorità, i volontari della Fundacion, e tantissime persone che amano e operano per Bangassou.

Quest'anno la Comida serve a finanziare la costruzione di un laboratorio di fabbricazione di sapone per le donne di Bakouma, una zona molto fragile a 150 km da Bangassou.

Sono giorni di incontri, e anche di scoperta di alcune delle bellezze della città, che nei secoli è stata un crocevia e un luogo di incontro tra cristiani, musulmani ed ebrei.

Gli incontri sono calorosi ed interessanti. E ci ritroviamo spesso a condividere l'ottima cucina locale.

Oggi, martedì 11 marzo, mi preparo a partire per Madrid in treno, e proseguirò per Bangui in serata. Domani dovrei arrivare a Bangui, e giovedì spero di poter partire per Bangassou.

Muchas gracias!



Foto di famiglia
Ma famille

Tutto pronto
Tout est pret








I volontari
Les bénévoles