la cattedrale di Dar es Salaam |
Dar es Salaam
Dopo qualche giorno dal ritorno a Bozoum, sono di nuovo in
viaggio.
Domenica 3 giugno ho celebrato le Messe in parrocchia, e
così ho potuto incontrare la “mia” gente. Tornare a Bozoum, significa anche
riprendere con le belle celebrazioni liturgiche, ricche di canti, danze,
ascolto e partecipazione.
A fine mattinata parto
per Bangui. La strada (400 km) peggiora continuamente, ed ormai ci vogliono
circa 7 ore per arrivarci. Lunedì mattina parto verso la Tanzania: 3 ore di
volo fino a Nairobi, cambio aereo e arrivo a Dar es Salaam, la capitale, intorno
alle 9 di sera.
Qui mi accolgono le suore indiane della Congregation of the
Mother of the Carmel, la prima congregazione femminile fondata in India nel
1866 da S.Ciriaco Chavara e dall’italiano p.Leopoldo Beccaro, carmelitano,
fondatore, in seguito, del convento di Arenzano.
Con le suore indiane collaboriamo in Centrafrica dal 1991, e
la mia visita è un atto di gratitudine per quello che fanno nel nostro
Seminario della Yolé, nel dispensario, nelle scuole.
Sono qui perché giovedì 7 giugno 3 giovani (di Tanzania e Kenya)
finiscono il noviziato e fanno la prima Professione religiosa: promettono a Dio
di vivere in castità, povertà ed obbedienza.
Alle 8 ci troviamo nella cappella della comunità, dove le
famiglie di queste tre ragazze le affidano a Dio. Sono tutte e tre vestite da
sposa!
Alle 9.30 inizia la celebrazione della Messa in una parrocchia
vicina: ci sono una ventina di sacerdoti, le famiglie e molte suore della
Congregazione, venute da tutte le case
dei paesi dell’Africa in cui lavorano (Sudan, Centrafrica, Tanzania, Kenya,
Sudafrica, Malawi).
Dopo l’omelia, le 3 novizie emettono, nelle mani della Superiora Generale, la loro Professione. E poi ricevono l’abito nuovo, che rivestono come segno della loro nuova vita di consacrate.
Dopo l’omelia, le 3 novizie emettono, nelle mani della Superiora Generale, la loro Professione. E poi ricevono l’abito nuovo, che rivestono come segno della loro nuova vita di consacrate.
La liturgia dura circa 3 ore, con canti e danze, il tutto in
Swahili, la lingua che accomuna molti paesi dell’Africa dell’Est.
Segue il pranzo, semplice e ben curato, e in serata sono
invitato alla festa, nella quale tutte le comunità della Congregazione portano
qualche semplice dono, e si esibiscono in danze e sketch.
È proprio bello vedere come donne di paesi diversi (India e
Africa, Kenya, Malawi, Sudan, Tanzania), di età e formazioni diverse, possano
vivere con gioia la loro consacrazione. Lo swahili si alterna all’inglese e al
malayalam (la lingua del Kerala –India), ma la gioia che risplende su questi
volti è unica, ed è la gioia del Risorto.
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