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giovedì 28 gennaio 2021

Un paralitico


 

Un paralitico

Qualche settimana fa, i vescovi del Centrafrica hanno pubblicato un messaggio molto bello. Nella situazione di guerra e tensioni che viviamo, la parola dei Vescovi è praticamente l’unica che dica qualcosa di serio e di costruttivo.

In questo messaggio, i vescovi partono da un episodio del Vangelo di Luca. Mentre Gesù è circondato dalla folla arrivano 4 persone con un paralitico su una barella. Ma non riescono ad arrivare a Gesù, che si trova in una casa. La loro fiducia in Gesù è tanta, che salgono sul tetto, ne scoperchiano un pezzo e fanno scendere la barella davanti a Gesù. Che, naturalmente e di fronte a tanta fede, lo guarisce.

I Vescovi vedono nel paralitico un’immagine del Centrafrica, che non riesce a sollevarsi, e che ha bisogno del coraggio e della fede di tutti per rialzarsi. Per chi vuole, ecco il messaggio dei vescovi: https://www.dropbox.com/s/zcbgp1u8toz8z5x/Message%20des%20Ev%C3%AAques%20-%20Janvier%202021.pdf?dl=0

In queste settimane la situazione resta molto grave. Oggi, giovedì 28 gennaio, avevo in programma di andare a Bouar. Ma proprio prima di partire mi hanno informato di probabili scontri tra esercito e gruppi armati, ed ho dovuto rinunciare.

Purtroppo il numero dei rifugiati nelle chiese e conventi continua ad aumentare, e la situazione rischia di durare a lungo, perché nessuno ha voglia di fare un passo indietro e pochissimi mettono il bene comune davanti ai propri interessi.

Ancora oggi, da Bouar, mi dicono che il numero dei rifugiati continua ad aumentare. Ormai sono più di 17.000! Grazie a Dio ci sono alcuni organismi che cercano di fare qualcosa. Ma grazie anche a tutti quelli che si stanno attivando, in Centrafrica e nel mondo, per dare una mano. È vero che l’uomo può essere molto cattivo, ma, grazie a Dio, può essere anche molto buono!

E anche qui a Baoro la situazione resta tesa. Alcuni semi-ribelli hanno messo delle barriere su 3 strade, all’entrata della città. Anche loro, come la polizia ed i carabinieri nei tempi “normali”, dicono che lo fanno per la sicurezza della città. In realtà, come la polizia ed i carabinieri nei tempi “normali”, lo fanno per chiedere soldi.

Venerdì scorso sono stato invitato ad una riunione con le (poche) autorità rimaste. Temi della riunione: la riapertura delle scuole e l’eliminazione delle barriere. Erano presenti anche i rappresentanti dei semi-ribelli, che finalmente sembrano accettare. Ma nei giorni seguenti le barriere rimangono…

Le scuole invece riaprono, molto timidamente. In città ci sono gli alunni, ma mancano molti degli insegnanti. Nei villaggi invece i maestri sono presenti, ma ci sono pochissimi bambini (a causa della paura, ma anche della stagione secca).

E allora riprendiamo il lavoro di mediazione, anche con i leader religiosi della città. Martedì ci siamo incontrati, cattolici, protestanti e musulmani, ed abbiamo condiviso le preoccupazioni sulla situazione. Preghiamo, lavoriamo e programmiamo un momento di preghiera, domenica 31 gennaio, proprio nel centro di Baoro. Pregheremo per la Pace e per il paese.

Non vogliamo restare paralitici per sempre!

 



Formazione dei Catechisti
Formation des catéchistes




Convento dei Carmelitani - Saint Elie Bouar
Couvent des Carmes - Saint Elie Bouar


Barriera illegale
Barrière illégale

Convento dei Cappuccini - Saint Laurent Bouar
Couvent des Capucins - Saint Laurent Bouar

 

 


giovedì 21 gennaio 2021

Il grido di 6.400 persone. Anzi di 14.000. Anzi…


Il grido di 6.400 persone. Anzi di 14.000. Anzi…

Venerdì scorso sono andato a Bouar.

60 km, e nessuna macchina o camion per la strada. All’arrivo a Bouar, trovo un po’ di militari vicino al loro campo (e spero che siano militari regolari, perché sono vestiti ed armati nei modi più diversi). Passo in centro città (dove tutti i negozi sono chiusi) ed arrivo alla Cattedrale. Qui sono circa 3.000 le persone che sono fuggite dalle loro case (perché i ribelli si trovano sparsi nei vari quartieri).

Milizie ribelli affrontano l’esercito, e come succede sempre, è la povera gente che ci rimette! In Africa si dice che quando 2 elefanti litigano, è l’erba che rimane schiacciata.

Molte persone hanno lasciato le proprie case ed hanno raggiunto chiese e conventi: la Cattedrale, la parrocchia di Fatima, il convento dei cappuccini di St. Laurent e quello dei carmelitani di St.Elie.

La questione è seria, anche perché domenica 17 ci sono stati altri combattimenti, e il numero dei rifugiati è più che raddoppiato, passando da 6.400 a più di 14 mila persone!

Alcuni organismi e Agenzie dell’Onu si stanno dando da fare, ma la situazione è molto pesante: bisogna pensare all’acqua, all’igiene, ai servizi igienici, al cibo, al freddo, alla marea di bambini che costituiscono la maggior parte dei rifugiati.

Come Caritas ci stiamo organizzando per fare il possibile. Molti amici si stanno dando da fare per sostenerci, i organizzazioni (più sorelle che amiche, ormai!) ci aiutano: Caritas Germania, Caritas Internationalis, Siriri.org. E questo è un primo programma di interventi:

domaine

libellé

unité

quantité

 Prix unité

total cfa

euros

nourriture

Riso

kg

6000

           420  

2.520.000

3.847 €

nourriture

olio

litres

40

     25.000  

1.000.000

1.527 €

nourriture

dadi

sachets

500

        1.000  

500.000

763 €

nourriture

caffé

sachets

4000

           200  

800.000

1.221 €

nourriture

zucchero

kg

2000

        1.000  

2.000.000

3.053 €

hygiène

Candeggina

litres

100

        1.000  

100.000

153 €

hygiène

guanti

boites

20

        4.500  

90.000

137 €

santé

maschere

boites

20

        8.000  

160.000

244 €

santé

Sapone

cartons

50

     20.000  

1.000.000

1.527 €

santé

paracetamolo

boite 1000

20

        7.000  

140.000

214 €

santé

Coartem (malaria)

plaquette

50

        7.300  

365.000

557 €

santé

loperamide

boite 1000

20

        7.000  

140.000

214 €

Hygiène

Costruzione servizi igienici

unité

20

     50.000  

1.000.000

1.527 €


 

 

 

 

9.815.000

14.985 €

 

Martedì riparto per Bozoum, proprio per finalizzare l’acquisto di 6 tonnellate di riso. Abbiamo preferito acquistare il riso prodotto localmente, anche per dare una mano all’economia locale, molto provata da questa guerra.

A Bozoum la situazione è tesa, ma riesco a visitare e fare gli acquisti, e ripartire il mercoledì mattina (ma verso le 10 mi informano che un giovane è stato ucciso dai ribelli 3R…).

A Bozoum mi chiedono della Fiera. Passo anche a visitare velocemente gli orti, che sono uno splendore. In teoria, proprio questo weekend avremmo dovuto organizzare la Fiera di Bozoum. Ma per ora non è possibile. Sarà possibile farla fra un mese? Non lo sappiamo!

Lunedì 18 la Corte Costituzionale ha proclamato vincitore delle elezioni il presidente attuale. Su 1.800.000 iscritti, solo un terzo ha potuto votare… Ma l’annuncio della decisione della Corte Costituzionale non ha soddisfatto né i ribelli , né le opposizioni, e quindi la situazione di tensione e guerra continua.

Mercoledì ripasso a Bouar, e alle 11 facciamo una riunione con i responsabili dei vari siti di rifugiati, e discutiamo della situazione e sui problemi più grossi (igiene, cibo, sicurezza). I problemi sono tanti, ma la Carità, la Fede e la Speranza sono più forti!

Qualcuno ascolterà il grido di tanta gente? Chi, in un modo o nell’altro, è responsabile di questa tragedia, farà qualcosa per fermare la violenza?


Cattedrale - Bouar






Gli orti di Bozoum 2021
les jardins potager de Bozoum 2021


Fattura del riso: circa 3.600 euro
Facture du riz: en gros 3.600 euro

Bozoum

St.Elie

Formazione dei catechisti a Bawi
Formation des catéchistes à Bawi