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giovedì 30 aprile 2020

E arrivò!




E arrivò!
Piano piano (yeke yeke, di dice in Sango) il coronavirus, arrivato in Centrafrica in marzo, sta crescendo.
All’inizio pochi casi, legati piuttosto a persone arrivate dall’Europa. Poi, purtroppo, sono apparsi i primi malati “locali”: persone che si sono infettate qui nel paese. Anche perché, nel frattempo, l’aeroporto di Bangui è stato chiuso. Purtroppo non sono state chiuse le frontiere con il Camerun. O meglio, sono state chiuse, ma le decisioni non sono state rispettate. E il continuo viaggiare di persone tra i due paesi (il Camerun ha ormai quasi 2.000 persone positive) ha scatenato l’inevitabile. Oggi sono stati identificati i primi casi fuori da Bangui, a Bouar, a 110 k da Bozoum!
Ad oggi i casi sono 64. Pochi, rispetto ai numeri dell’Europa. Ma tanti per un paese con una struttura sanitaria fragilissima.
In settimana sono stato a Bouar, mercoledì. In mattinata sono passato nel nostro seminario della Yolé. Qui le suore indiane seguono un dispensario, ed abbiamo visto insieme cosa fare per curare gli ammalati, senza far correre rischi a loro e al personale.
A Bouar ho anche incontrato i responsabili della Commissione Sanitaria della diocesi, con i quali abbiamo preparato un programma di sostegno di materiale e medicinali, che proprio in questi giorni abbiamo inviato alla Caritas Italiana. La CEI ha stanziato degli aiuti per l’emergenza Covid-19 in Africa, e speriamo di poter aiutare molta gente nei nostri ospedali.
Qui a Bozoum, per ora, è tutto tranquillo. Forse troppo.
La questione del virus non è presa molto sul serio, e mercati, commerci e spostamenti continuano senza troppi problemi. Per ora.
In questi giorni le ditte cinesi stanno spostando parte dei macchinari per l’estrazione dell’oro verso altri siti. In teoria avrebbero l’obbligo di ripristinare il letto del fiume com’era prima del loro arrivo. In realtà, dopo aver distrutto il fiume, lasciano praticamente tutto all’aria, con montagne di ghiaia e buche piene d’acqua. Purtroppo in questi ultimi 10 giorni, sette persone sono morte annegate!




Liquore in sacchetti...
Liqueur en sachet





venerdì 24 aprile 2020

Costruire, distruggere…



Kpari


Costruire, distruggere…
Causa coronavirus, le scuole sono chiuse, le attività parrocchiali un po’ rallentate, ma il lavoro non manca.
P.Norberto ha messo il tetto alla “cattedrale” di Kpari, un villaggio a 10 km da Bozoum. Ed abbiamo iniziato a montare i muri della chiesetta di Bokongo, a 15 km da Bozoum sulla strada di Bossemptele.
Lunedì c’è stata la prima riunione del “comitato di crisi coronavirus”, indetta dal prefetto di Bozoum. Purtroppo lo scenario resta desolante: le prescrizioni (distanze, assembramenti e, soprattutto, viaggi) non sono rispettate, e non c’è niente di pronto, a livello sanitario. In Centrafrica i casi positivi sono 19, ma nel vicino (troppo vicino) Camerun sono già 1.440.
Le frontiere sarebbero chiuse, ma la gente passa tranquillamente: tra mercoledì sera e giovedì mattina ho incrociato 4 grandi bus che andavano verso la frontiera, carichi di gente. Tra gli ultimi casi dichiarati, sono già tre quelli di gente proveniente dal Camerun, via terra.
Mercoledì pomeriggio abbiamo fatto una riunione, a Bouar, con il vescovo e con i responsabili degli ospedali della diocesi. Nonostante l’Italia sia colpita in modo pesantissimo dal virus, la Conferenza Episcopale Italiana ha stanziato dei soldi perché l’Africa possa affrontare la pandemia, on l’acquisto di medicinali, apparecchiature, materiale di protezione, e formazione.
Proprio in questi giorni è stato pubblicato un rapporto di Amnesty International, che esamina il problema delle imprese cinesi che estraggono l’oro dal fiume Ouham, a Bozoum. Il titolo dell’inchiesta è molto chiaro: “IL EST URGENT QUE LE GOUVERNEMENT SUSPENDE L’EXPLOITATION DES MINES D’OR À BOZOUM” (è urgente che il governo sospenda le miniere d’oro a Bozoum”.
Il rapporto denuncia l’inquinamento, la violazione dei diritti umani, lo sfruttamento selvaggio che non giova né alla popolazione locale né allo Stato.
Un altro dossier di IPIS Research, uscito in queste settimane, studia le miniere artigianali (tra cui anche quelle meccanizzate di Bozoum). Fa rabbia sapere che ufficialmente il Centrafrica ha prodotto, nel 2019, 142 kilogrammi d’oro. Ma in realtà sono stati estratti almeno 5.720 kg d’oro. Kilogrammi! 5.720!
Un paese ricchissimo, un paese poverissimo!

Qui i rapporti:
Francese:
Inglese:
Cinese:
E qui lo studio dell’IPIS:

 

Bokongo




Carmel, Bangui

Fiume Ouham, gennaio 2020
Fleuve Ouham, janvier 2020


giovedì 16 aprile 2020

Radioscuola






Radioscuola
Il mondo intero deve fare i conti con il coronavirus, e anche il Centrafrica si prepara.
Per ora ci sono solo 12 casi, tutti a Bangui, la capitale. Ma nel vicino Camerun sono già 996 le persone ammalate di Covid-19. E il Camerun è più vicino di Bangui!
Le decisioni prese per contrastare il virus (scuole chiuse, distanze, lavaggio delle mani, chiusura –piuttosto teorica- dei bar, limitazioni a viaggi e numero di passeggeri) sono state rinnovate per altri 15 giorni.
Migliaia di bambini devono starsene a casa senza fare granché (a parte dedicarsi, in molti, alla caccia ai manghi). E di fronte alle scuole chiuse abbiamo pensato di fare scuola via radio. A Bozoum abbiamo la nuova “Radio la Voix de Koyale”, e insieme (scuola pubblica e scuola cattolica) ci siamo impegnati a fare ogni giorno 3 ore di scuola alla radio. Un maestro, 2 o 3 alunni, un’aula, un registratore: la lezione si svolge, ed i tecnici registrano.
Una mezz’ora di lezione per ciascuna delle 6 classi della scuola elementare: non molto, ma sufficiente a catturare l’attenzione dei bambini, e permettere loro di continuare ad imparare. E agli adulti di prendersi cura del futuro, e di costruirlo, piano piano.